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Anche il Made in Italy è fuggito all’estero

Di illupodeicieli (---.---.---.173) 6 luglio 2013 13:49

Avrei preferito maggiore chiarezza tra chi ha delocalizzato, chi lo sta facendo, chi "è stato comprato da capitale estero" (o misto). Nello stesso tempo sarebbe bello se, in un’ottica di riduzione della pressione fiscale , ci fosse chi si desse da fare per far rientrare non tanto la proprietà ma proprio la produzione,che è ciò che conta. Purtroppo abbiamo a che fare con chi, per posto di lavoro intende occupazione con stipendi bassi che obbligano le persone a effettuare i propri acquisti nei discount (con tutto ciò che ne consegue), con un livello delle merci che è da discutere, ma sopratutto perché il denaro prende,anche in questi casi, di solito la strada per l’estero. Data la mia professione, posso anche dire che per chi opera nell’arredamento, c’è poco lavoro con i discount (gente che lesina anche sull’acquisto di sgabelli, che fa a meno di scaffali che non siano i portapallet) mentre una strada ad arredare con articoli dozzinali tipo quelli di ikea, mondo convenienza, semeraro per intenderci, è presa pure da chi ti vende l’abito da sposa a 6mila euro, quello da cerimonia a 2mila: almeno accoglimi con un arredo decente, fammi sedere su una polrona Frau, non chiedo molto ed è, ancora, prodotta in Italia (come tante altre poltrone).


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