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Vivere (e andarsene) da Messina. Le confessioni di un siciliano emigrato

Di (---.---.---.110) 18 maggio 2013 10:23

 Gentilissimi,

dove eravate mentre spalmavano di cemento ogni angolo della città?
dove eravate quando questo branco di eccellenti svogliati andava al voto per scegliere il sindaco?
La verità è che solo gli ultimi anni hanno donato a Messina una generazione che, con le contraddizioni che prova a esprimere l articolo, ama la propria città.
 Mi diverto sempre a chiedere ai miei coetanei di dove siano i loro nonni. Rarissimi sono i nonni messinesi, neanche i miei lo erano, moltissimi venivano dalla provincia. Dopo il terremoto questa città si è ripopolata di persone che non essendo di Messina per buona parte non ne conoscevano storie, tradizioni, antiche virtù, quel patrimonio collettivo che dovrebbe identificare una comunità e unirla. Ed ecco che la loro mente tornava al paese e molto spesso ci tornavano pure loro a vivere una parte dell’ anno. 
La mia speranza, giacchè profondamente amo la mia città, è che questa nuova generazione, ora che ha maturato il suo patrimonio collettivo (e mi va benissimo sia che si fondi sull’ orgoglio di un passato di glorie sia che sul piscistoccu a ghiotta) si dimostri pronta a cambiare le cose pensando alla città in maniera onesta.
A Messina per pescare il pescespada hanno costruito le Feluche, il genio non ci manca.
Purtroppo però le cose non sono facili visto il degrado sociale e culturale che anni di abbandono hanno prodotto, non solo a Messina. 
Gabriele D.C.

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