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L’uomo di vetro adora la pubblicità carnivora

Di Caside - (---.---.---.146) 17 marzo 2009 14:03

La tecnologia è a nostra macchina, prolungamento delle nostre capacità o meglio potenziamento....

che dire dell’uomo di vetro? Sono assolutamente consapevole della precarietà della sua privacy, ma non credo che la pubblicità ne sia la causa...la pubblicità è sempre stata manifesta, il mercato per quanto vogliamo non crederlo, è fondamentale per la nostra soppravvivenza: l’uomo e la sua esistenza si basa sempre e inequivocabilemente sullo scambio e le su e leggi che lo determinano.
Non credo che il problema del nostro tracciamento comportamentale sia l’utilizzo che ne fa la pubblicità, il mercato, ma bensì il potere in senso più ampio possibile. Questa sete di potere che le moderne tecnologie, se non controllate, possono condurre alla privazione della libertà!!! Una telecamera nascosta in un angolo di una città mi ricorda molto di più Owen e il suo famoso libro "1984" dove il grandelle fratello aveva telecamere nei parchi ecc...
Non è la pubblicità che uccide la nostra libertà, ripeto è dichiaratamente persuasiva, e le sue tecniche sono ormai incosciamente assimilate/conosciute da molto pubblico/consumatore.
Chi uccede la nostra libertà sono la sete di controllo delle organizzazioni siano esse politiche che economiche!! Si continua ad imporre un sistema controllo/sanzione per rendere responsabile un popolo privandolo sempre di più della possibilità della conoscenza e informazione unica via per renderlo civile e responsabile.

da 10nni navigo nel web, ricerco informazioni...e vi assicuro che le ricerche grazie a gooole ora sono più semplici e meno dispersive. Spesso Goolge a penalizzato negli anni aziende che utilizzavano tecniche di posizionamento scorretto...Inoltre Internet non ha fatto altro che dare strumenti apparentemente più precisi...credo che il margine di errore nella valutazione del comportamento dell’utente (web) è sempre lo stesso che incorre nella valutazione del consumatore (media tradizionali) se l’interpretazione dei dati è superficiale.
"un utente contento di essere tracciato"? altrimenti potrebbe annegare nella montagna di informazioni con cui viene a contatto perdendo un sacco di energia...l’importante che all’utente sia sempre data la possibilità di scelta. Il problema, a mio avviso è etico e abbraccia una ben più ampia sfera molto al di là di una pubblicità, un banner internet.

Scusate il commento prolisso...ma credo nn sia giusto continuare a spostare il nocciolo fondamentale della libertà dell’utente alla semplice osservazione dei nostri comportamenti di navigazione...ben più grave credo sia il pervadere delle possibilità di controllo nella nostra vita quotidiana: al lavoro (con un diffondersi del modello "catena di montaggio" atto ad aumentare il controllo e non la produttività) oppure i numerosi divieti divaganti nelle strade...e dove non si possono introdurre divieti si introducono i mostri.
La paura e il pericolo come fonte di controllo: l’arma più antica del mondo per conquistare il potere e tenerlo.
Perchè avere ancora paura di uno strumento di comunicazione in quanto tale? e invece non temere il controllo su tale strumento?
...era iniziato così bene
Ciao a tutti


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