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La Bibbia non dice quello che ci hanno fatto credere: parola di biblista

Di Fabio Della Pergola (---.---.---.93) 26 gennaio 2013 23:00
Fabio Della Pergola

Cara Annamaria (grazie di essersi firmata), scusi il ritardo nella risposta; proverò a riassumere e spiegare meglio quello che ipotizzo.

Il dogma del peccato originale è interpretazione tarda, specificamente cristiana, del Vecchio Testamento, estranea alla tradizione ebraica. Lo dice Carlo Enzo.

L’idea di natura originariamente peccaminosa è stata nei secoli del razionalismo filosofico “tradotta” in termini - appunto - filosofici ed è diventata l’ideologia su cui si è formata la civiltà occidentale, che è indiscutibilmente cristiana nelle sue radici fondative.

La diversità ebraica potrebbe essere consistita in questo non condividere la stessa interpretazione cristiana dell’episodio biblico più che in altri elementi religiosi o etnici (lei dice che la diversità è non aver riconosciuto Gesù come Messia, ma se rilegge il mio articolo specifico bene come la “venuta” del Redentore è conseguente alla necessità della Redenzione. E non c’è necessità di redenzione se non c’è, prima, a monte, un’idea di colpa originaria).

Nella lettura nazista l’idea della diversità ebraica, tramandata dalla tradizione cristiana, potrebbe aver assunto l’aspetto di una ipotetica de-generazione degli ebrei rispetto al normotipo stabilito dall’antropologia elaborata dagli ideologi del regime.

Gli ebrei, come si sa, sono stati stati visti secondo la “logica” del corpo estraneo da espellere per determinare la compattezza monolitica dell’Europa nazistificata. Io ipotizzo, che l’origine di questa “diversità/degenerazione” sia la diversità culturale in merito al dogma del peccato originale, ma ovviamente mascherata da sovrastrutture come il razzismo o tutti gli stereotipi tipici dell’antisemitismo ottocentesco. Il precedente storico è la ‘limpieza de sangre’ spagnola del cinque-seicento: anche se convertiti gli ebrei erano comunque sentiti come un corpo estraneo e inaffidabile.

La Chiesa invece ha proceduto per lo più diversamente: la compattezza del corpo sociale era perseguita attraverso le conversioni. Anche se non disdegnava affatto l’eliminazione fisica degli eretici (i “diversi” del passato).

In questa occasione non è certamente la Chiesa che direttamente manovrava Hitler per fargli sterminare gli ebrei, non lo credo proprio. Ma credo che, al fondo, latente, l’interpretazione cristiana della ‘colpa di Adamo’ e la contrapposta interpretazione ebraica possano essere state la causa - in quelle circostanze e in quella atmosfera ideologica - della rottura di un equilibrio precario e quindi del dramma che conosciamo. 

Chi se ne sarebbe avvantaggiato ? Il delirio nazista, naturalmente. Se avesse vinto. La Chiesa si sarebbe probabilmente adeguata alla situazione con una delle sue capriole dialettiche di cui ha riempito la storia.

Di più non saprei aggiungere. La saluto.


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