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Due storie di analfabetismo sentimentale

Di Stefania (---.---.---.144) 9 ottobre 2009 17:26

Hai ragione io non volevo offenderti, volevo semplicemente dire che anche se si può scrivere liberamente quello che si vuole, anche su internet, spesso trovo commenti su film, libri o altro che potrebbero dire anche cose giuste, come in parte credo anche il tuo articolo abbia fatto, il punto è che su un film che, come questo potrebbe far scaturire una valanga di discussioni costruttive, ad es. sul fatto che tocca tanti temi e tutti importanti. Che un film così ti fa riflettere per giorni, forse per tanto tempo, e che non tutti, come hai fatto tu hanno il coraggio di commentarlo, perchè complesso, non discuto nell’avere anche opinioni diverse, e nemmeno io mi faccio influenzare dalle recensioni, anche se le leggo, io dibatto sul fatto che il tuo articolo potrebbe dire anche cose giuste, ma è troppo stringato, avevi iniziato un bel ragionamento però per me avresti dovuto spiegare di più il tuo punto di vista. Tu ad es. dici che lei è l’unico analfabeta fra i due, in tutti i sensi soprattutto perchè si macchia di crimini nazisti, non giustificabili, ma questo è il commento semplicistico a cui mi riferisco io, perchè il senso del film sta proprio nella convergenza di mondi così diversi fra i due protagonisti che sono l’emblema delle diverse generazioni tedesche tra quelle cioè cresciute anche loro malgrado durante la seconda guerra mondiale, e quelle dei figli e poi dei nipoti, ai rapporti che la Germania dovrà affrontare con la sua storia, e quanto il male possa entrare nella nostra vita anche a prescindere dalla nostra volontà, e per ultimo come gestiremmo quello stesso male se fosse rappresentato da nostro marito, dai nostri genitori dai nostri nonni ecc. Ciao


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