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Elezioni regionali in Sicilia: Grillo, Musumeci e... Almirante

Di Kocis (---.---.---.108) 24 ottobre 2012 21:30

Che faranno i siciliani il 28?
Grande e legittima domanda. Chi potrà raccogliere i cocci di una Sicilia ampiamente distrutta e depredata nelle coscienze e nella bruta materialità quotidiana?
Dal mio piccolo osservatorio di elettore siciliano noto che:

* La "destra" storica - nell’alleanza delle sue varie configurazioni - che nel corso degli ultimi decenni ha gestito il potere in Sicilia....sulla scia della china nazionale, è allo sbando.
Non c’è più il grande "vate" che faceva da potente adulterato collante. L’operazione, ormai, è tragicamente fallita, nel paese e nell’isola, anche con vene di forte comicità.
Di conseguenza il tessuto delle trame clientelari e di "soggezione" di sudditanza che ha coinvolto grandi parti dell’elettorato si è sfibrato.
Non hanno più la credibilità dell’ "offerta" di sussistenza. Guardano sempre indietro, come insegna la citazione che richiama Almirante, e la strada che vorrebbero titolare a Catania.

* La parte di "innovazione" rappresentata dal Pd siciliano è fortemente offuscata, specie dopo la precedente cogestione dell’isola con l’Mpa e l’attuale alleanza con l’Udc. Navigano a vista, come già visto nelle recenti comunali di Palermo e non solo.

* La sinistra variegata, che tende di resistere, con spirito civico e democratico, speriamo che se la cavi nel superare la soglia di sbarramentoi ( per le due liste).

* Sul "nuovo" che avanza, che dire sinteticamente d’altro.
Viviamo una fase generale di grandi sconquassi, , anche sul piano elettorale. Parma ha già insegnato con tutti i nessi e connessi correlati.
La sicilia è famosa nei tempi per "apprezzare" lì per lì tutte le novità. Molti elettori delusi dal centro destra, giovani che magari non hanno mai votato, e elettori più o meno tardizionalmente di sinistra o progressisti, potrebbero restare abbaglaiti dalla vigoria del nuotatore.
Il treno lo tira solo lui.
Degli altri, sul piano della presenza sociale e delle rivendicazioni in genere ( quelle sofferte), che si giocano sul campo, non c’è stata visibile traccia.
Nella realtà concreta, non quella virtuale, pur con tutto il rispetto per le persone, sono solo un’ invenzione dell’ultima ora.

Poichè sono finiti i tempi belli del Presidente eletto con esiti quasi plebiscitari ( da quella gran massa di siciliani che si sono sempre comportati come dalle sue definizioni: " ca nni linchiemmu a ucca! e "pigghiammu ventu", senza "cumminari nenti"), alla fine non conterà più Chi vincerà il titolo, bensì le "capacità" trasversali che già si sono messe in moto sottobanco, per creare, dopo, le alleanze necessarie e i cambi casacca, necessarie per avere la maggioranza in assembela regionale.

Un dato forse è certo. La Sicilia, date le condizioni in essere, ha possibilmente perso il "convoglio" per andare in "Europa".

Un augurio. Speriamo che i distruttori siano ridotti al "lumicino".

cordialità

Kocis


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