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E-book: dopo la scossa Amazon, i grandi gruppi editoriali al contrattacco

Di (---.---.---.167) 7 ottobre 2012 11:18

Ciao Gufo...

Condivido, come immagini, la prima parte del tuo intervento. La storia dell’ICT ci racconta del DRM sulla musica venduta online, come precedente ala questione dell’e-book...

Ma non condivido il tuo "pessimismo" e le tue considerazioni sul futuro della rivoluzione dell’ebook. 
Perché è già iniziata.

Una breve premessa va fatta: sino all’avvento dell’editoria elettronica, erano SOLO gli editori a decidere vita o morte di un libro e del suo autore. Certo, un autore poteva investire in se stesso ed autopubblicarsi, ma poi? Non esistendo internet ed essendo i libri venduti attraverso i canali delle librerie (che dipendevano per i loro acquisti dagli editori (e dai loro distributori), per un autore era molto difficile arrivare al "Lettore".
Oggi tutto questo è stato inficiato da internet: gli editori per veicolare verso il lettore i loro e-book ricorrono a piattaforme di vendita online, ma anche l’autore indipendente può farlo, Amazon e simili sono per tutti.
Oggi gli editori per pubblicizzare i propri e-book possono preparare e diffondere booktrailer, ma anche un autore indipendente può farlo, Youtube è per tutti.
E poi per decenni gli editori hanno dettato legge, pubblicando NON i migliori, ma ANCHE ciò che per loro era interessante: il politico cui volevano strizzare un occhio, la soubrette che era in cima agli ascolti e che avrebbe fatto "cassetta". Gli editori, per la maggior parte, non pubblicavano secondo valore e qualità. Gli esempi potrebbero essere infiniti, ma ne ho in mente soprattutto due: Guido Morselli e Goliarda Sapienza. Il primo, che poi Adelphi ha ripescato, si è suicidato dopo l’ennesimo rifiuto editoriale; mentre la seconda fu "scoperta e amata" in francia per poi ricevere, post mortem anche lei, un riconoscimento in Italia.

Oggi con l’e-book potrebbe cambiare tutto (uso sempre il condizionale) anche da noi. Ma all’estero, tienilo ben presente, è già successo. In USA molti autori indipendenti sono diventati degli autori bestseller vendendo i loro e-book direttamente sui loro siti.

Quindi la "rivoluzione" dell’e-book può permettere, anche in campo editoriale, finalmente un cambiamento. Secondo me, più fattibile che non in campo musicale. Scrivere e pubblicare un e-book necessita di minori "attrezzature" di quelle che occorrono per comporre e registrare e mixare e... un brano musicale.


Quindi il tema, a mio avviso è: facciamo crescere i Lettori, diamo loro l’alfabetizzazione informatica di cui mancano e poi stiamo a vedere...
La partita è tutta qui: il lettore deve potersi avvicinare all’editoria digitale e poi scegliere liberamente. 
Ma se noi tutti lasciamo che anche nell’editoria digitale si ricostituiscano le "lobby" che per decenni hanno detenuto il potere nell’editoria tradizionale... Ci sarà poco da fare e da sperare.

E concludo soffermandomi sul tuo "ps".
Tu scrivi:
>P.S.
Io non credo che un libro sia un mero "strumento di diffusione della cultura", dunque non è possibile sostituirlo con uno strumento tecnologicamente migliore. Ogni tentativo in questo senso è destinato a fallire.
Un e-book è comodo per i testi universitari, manuali di istruzioni, moltissimi scritti aziendali, produzioni indipendenti di nuovi autori, un mucchio di altre cose.
Ma non può sostituire il libro, almeno nell’arco di una sola generazione.

Per me definire il libro e quindi l’ebook "uno strumento di cultura" non è affatto qualcosa di "mero". Non vi è nulla di semplice né di mero nella cultura. La cultura è alla base dell’evoluzione dell’essere umano come specie, e noi siamo appunto definiti "la civiltà del libro". Ma il libro che era fatto di papiro e di pelle di pecora, poi è stato di carta, oggi è elettronico. Il libro è il mezzo tramite il quale il sapere e la comunicazione viaggiano, uno dei modi nei quali... L’e-book consentirà a tutto ciò di veicolarsi più rapidamente e senza intralci logistici, il nuovo supporto -qualsiasi "cosa" veicolerà- sarà più economico e socialmente corretto. 
E poi perché al solito bisogna parlare di "sostituzione"??? Il solito aut-aut, bianco o nero... 
Saranno le persone a scegliere, come preferiscono, come vorranno... E’ ora di finirla con questi padri-padroni della tradizione patriarcale ereditata dall’ebraismo/cristiano che per secoli ha deciso, imposto, e obbligato.
Una generazione (che per definizione dura circa 25 anni)???
Secondo me, prima ma davvero molto prima noi assisteremmo all’affermazione dell’editoria digitale (non fosse per gli interessi economici di quanti producono tecnologie inerenti...), e vedrai in metro ragazzi con in mano un fumetto e anziane carampane con une-reader, che leggono pacifici!
Non mi ritengo un’utopista, tutt’altro :)
Ciao, Flami





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