Questa ridda di accuse sui giornalisti
"pagati" puzza parecchio di volontà di fuorviare l’attenzione dai
contenuti espressi.
Io ho criticato Grillo più di una volta su Agoravox e, più che criticare lui di
persona, ne
critico l’ideologia e mi riservo il diritto di farlo tutte le volte che voglio e che ne ho la possibilità. Dopo il fuorionda di Favia penso di avere un milione di
motivi in più per farlo. Se critico la ’democrazia diretta via web’ dicendo che
sarebbe una colossale ’presa per il culo’, non uso parole mie né mie strane argomentazioni, ma
parole dette, e sentite da tutti, da un consigliere regionale del M5S. Possono
non piacere, ma è compito di chi scrive RAGIONARE su quello che è stato detto.
Così come è compito di chi scrive elaborare delle riflessioni sul populismo,
sui flussi elettorali, sul significato di termini quali non-partito,
non-statuto, non-programma eccetera.
E se molti lo fanno percependo uno stipendio da giornalisti (cosa che fino a prova contraria non è motivo sufficente di per sé per parlare di genuflessione al potere della casta) molti altri lo fanno, specie sui quotidiani on line, senza aver alcun interesse privato, né economico, né politico. Ma un interesse PURAMENTE CULTURALE di intervenire contro tendenze politiche che si ritengono pericolose, senza per questo essere automaticamente degli entusiasti sostenitori dello statu quo.