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Processo a "The Pirate Bay"

Di maurizio carena (---.---.---.230) 16 febbraio 2009 13:22
maurizio carena

hai perfettamente ragione e infatti l’unico risultato del recente "sequestro" di stato dell’estate scorsa, aggirabile gia’ da un qualunque smanettone di undici anni, cambiando l’ISP, e’ stato quello di ridicolizzarsi due volte: la prima praticando una censura e la seconda praticando una censura inutile. Ma si erano gia’ abbondantemente sputtanati provando a censurare i siti esteri di sigarette e scommesse; persino gente che non aveva idea di cosa fosse un DNS trovava in rete le istruzioni per modificarlo e ridicolizzare la censura governativa. Il problema e’ che noi non dovremmo dover ricorrere alle tecniche di "circumvention" per navigare sul web dove ci pare e piace. Perche’ altrimenti si finisce come in Cina dove pochissimi snodi di stato costringono tutto il traffico internet e permettono tracciamento e repressione. In Italia l’unica differenza e’ che non abbiamo i 5 firewall di stato, ma una volta che coi piu’ nobili motivi, passasse il concetto di controllo governativo sul web, il passo sarebbe molto breve. Internet, e’ vero, non e’ censurabile. Il problema e’ che, con le leggi attuali (Pisanu), siamo tutti schedati per anni e, se Pirate Bay perdesse la causa contro gli speculatori dell’audiovisivo, tutti saremmo a rischio denuncia, processo e condanna. E’ questo, credo, il problema. Per questo i governi di tutto il mondo dicono di voler "regolamentare" internet: non potendo fottere lui, vogliono fottere noi. Per questo la lotta di Pirate Bay e’ la lotta di tutti i netizen liberi per l’affermazione di un semplice assioma: i governi, quali che siano, non devono avvicinare le loro sudicie zampe sulla rete.

Il potere odia il web. dobbiamo lottare per evitare che se ne appropri con le sue leggi. Il web ha gia’ le sue.

saluti. m.c.


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