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Operai morti in Emilia: le lacrime di coccodrillo di chi oggi abbatte l’articolo 18

Di Davide Falcioni (---.---.---.123) 31 maggio 2012 15:30
Davide Falcioni

Gentile Stefano, non intendevo mettere in cattiva luce gli imprenditori ma certamente qualcuno ha delle responsabilità.

Chi ha concesso di tornare al lavoro, in una zona sismica, dopo che si era saputo che molte strutture non erano adeguate, anzi, erano a rischio? Esigiamo i nomi dei colpevoli, quelle autorità che per negligenza, omissione, superficialità, non hanno impedito il massacro.

In secondo luogo, bisogna sapere se chi è andato a lavorare ci è andato, come si dice, di sua spontanea volontà o, invece, perché costretto dai contratti precari o dai ricatti, se migrante, della Bossi-Fini. O vieni a lavorare o stai a casa per sempre. Bisogna sapere questo.

Ci vuole un’inchiesta a tappeto della Magistratura. Quello che è accaduto è una "ThyssenKrupp emiliana" determinata dal terremoto. Ci sono colpevoli. Di certo non si può dare la colpa al terremoto se quegli operai (e imprenditori, artigiani, commercianti...) sono morti.


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