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La riforma dei partiti è sparita, e i rimborsi di luglio verranno incassati. Strano, no?

Di pv21 (---.---.---.56) 4 maggio 2012 19:57

Paese zavorrato >

Da un lato Monti confessa di essere stato “chiamato” per rimediare a errori del passato e che, se non apprezzato, “non chiederà di continuare”. Come “tecnico” può proporre delle riforme, ma non è, né si può fare portatore di una propria strategia “politica” di indirizzo per il paese.
Dall’altro ci sono i partiti di maggioranza che, anche se per ragioni differenti, stanno “aspettando tempi migliori”. Non intendono tuttavia scalfire la propria “identità” politica, né dilapidare il patrimonio elettorale.

Risultato. Il governo, col freno tirato, procede per “tentativi di aggiustamento”.
Milioni di cittadini, ormai in ginocchio, vedono crescere solo la lista dei sacrifici. Non vedono alcun “segno” di inversione.

Cosa fare? Per i partiti la “chiamata alle urne” è la vera sfida “politica” di capacità progettuali/propositive. Il passaggio “obbligato” per la formulazione di strategie di governo incisive e tempestive.
Sollecitare il ritorno alle urne è il solo modo di “scegliere” e di imboccare, per tempo, una via d’uscita.
Di verità “artefatte” e di enunciati “paludati” trabocca un qualsiasi Dossier Arroganza


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