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17 maggio, giornata mondiale contro l’omofobia. Intervista a Paola Concia (Pd)

Di (---.---.---.240) 21 maggio 2012 02:31

Per essere precisi bisogna sapere che:

Storia della derubricazione dell’omosessualità dal DSM Uno degli argomenti del movimento gay per affermare che l’omosessualità sarebbe "normale" è l’affermazione secondo la quale l’APA, nel 1973, ha cancellato l’omosessualità dal suo manuale diagnostico, il DSM (Diagnostic and Statistic Manual); sulla scia di questa decisione, l’OMS (Organizzazione Mondiale della Sanità) l’ha cancellata dal suo manuale diagnostico, l’ICD (International Classification of Disease), nel 1991.

Pochi però spiegano che questa decisione non è stato il frutto di un dibattito scientifico, ma di una operazione ideologica.

Dal 1968 gli attivisti gay manifestavano alle riunioni della "Commissione Nomenclatura" dell’APA, chiedendo e infine ottenendo di partecipare agli incontri. Da quel momento il dibattito scientifico fu sospeso e sostituito da discussioni di carattere politico e ideologico che sfociarono nel 1973 nella decisione di mettere ai voti la questione.

Ebbene sì: l’omosessualità fu derubricata dai manuali statistici grazie a una votazione (5.816 voti a favore e 3.817 contro)!

Questa votazione avvenne nonostante il parere contrario della maggioranza degli psichiatri americani che si espressero attraverso un sondaggio indipendente (CFR H. L. Lief, Sexual Survey no.4 current thinking on homosexuality, Medical Aspects of Human Sexuality, 11 (1977) 110-111; CFR Socarides C. W., The Sexual Deviations and the Diagnostic Manual, American Journal of Psychoterapy, 32 (17 ) 414-426).

Nel DSM IV rimase la voce "omosessualità egodistonica" (che fu tolta poi nel 1987), espressione che in generale designa soggetti spinti verso uno stato depressivo a causa di un conflitto con il proprio io.

Il noto psichiatra Irving Bieber commentò la votazione del 1973: "Non si può davvero sostenere che la nuova posizione ufficiale riguardo l’omosessualità sia una vittoria della scienza. Non è ragionevole votare su questioni scientifiche come se si trattasse di mettere ai voti se la terra sia piatta o rotonda".

La voce «omosessualità», dunque, è scomparsa dal DSM. Questo cambiamento non è nato da nessun tipo di ricerca psicologica, che potesse spiegarlo e giustificarlo. La psichiatria ha cancellato l’omosessualità dai suoi manuali sotto la spinta intimidatoria di due fattori politici: l’ideologia della Rivoluzione Sessuale e i movimenti per i diritti delle minoranze.

Oltre alle pressioni politiche, la commissione nomenclatura dell’APA ha cancellato l’omosessualità dai suoi manuali per eliminare fattori di discriminazione sociale nei confronti delle persone omosessuali. Ciò è stato sottolineato anche da alcuni noti attivisti Gay (CFR Simon LeVay, Queer Science (Cambridge, Mass.: MIT Press, 1996), p.224).

È interessante la posizione di Robert Spitzer, che nel 1973 era presidente della "Commissione Nomenclatura" dell’APA. Egli, in seguito a una ricerca compiuta nel 2001 e confermata nel 2003 sull’efficacia della terapia riparativa, afferma di aver cambiato idea in merito alla possibilità di cambiamento dell’orientamento sessuale. In una dichiarazione rilasciata al "Wall Street Journal" il 23 maggio 2001, egli afferma: "Nel 1973, opponendomi all’opinione prevalente dei miei colleghi, appoggiai la rimozione dell’omosessualità dalla lista ufficiale dei disordini sessuali.

Per questo motivo ottenni il rispetto dei liberals e della comunità gay, anche se ciò fece infuriare molti dei miei colleghi [...] Ora, nel 2001, ho mutato opinione e questo ha fatto sì che venissi presentato come un nemico della comunità gay e così la pensano in molti all’interno della comunità psichiatrica e accademica. Io contesto la tesi secondo cui ogni desiderio di cambiamento dell’orientamento sessuale di un individuo è sempre il risultato della pressione sociale e mai il prodotto di una razionale motivazione personale".


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