Fine corsa >
Molti solo ora ammettono che un governo di “puri” tecnici ha il fiato corto.
Ora che Monti evoca il “precipizio” e i 1725 suicidi della Grecia per rinverdire il merito di aver evitato “uno shock distruttivo”.
Non fa cenno però ai 260 miliardi prestati dalla Bce alle nostre Banche all’1% e neanche alla mancata occasione di “condividere” la proposta chiusura della riforma del mercato del lavoro.
Il 20 marzo Monti scelse di escludere l’intervento di “forze esterne al governo” per riaffermare le proprie “prerogative” decisionali.
Da quel giorno lo spread non è più tornato sotto quota 300 punti.
E ancora.
Dopo 5 mesi di governo, solo ora Monti riconosce che “da dicembre” c’è stato un “ulteriore deterioramento delle condizioni economiche” del paese e che “resta molto da fare”.
E’ vero. Nel 2012 il Pil calerà almeno dell’1,5%. E’ anche vero però che nel Def approvato dal CdM è scritto che l’insieme delle riforme, “volute” da Monti, farà crescere il Pil dello 0,3% all’anno.
Ergo. Se riequilibrare il bilancio è esercizio contabile, concretizzare delle azioni “efficaci” per il rilancio della crescita è frutto di “scelte politiche” incisive e tempestive.
Compito dei “tecnici” è di predisporre un ventaglio di soluzioni praticabili, ma spetta solo ai “politici” scegliere tempi e modi del percorso da fare.
Governare è sfida “politica” di capacità e metodo.
Non basta essere “professori” o “tecnici”.
Di enunciati e teoremi “paludati” trabocca un qualsiasi Dossier Arroganza …