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Un anno di r-involuzione araba

Di (---.---.---.75) 18 marzo 2012 01:05

Il presidente siriano, Bashar al-Assad, ha elaborato e sottoposto a referendum (il 26 febbraio scorso) una bozza di nuova costituzione (testo in inglese: http://www.sana.sy/eng/337/2012/02/...) la quale comprende due punti qualificanti principali: la fine del sistema a partito unico, il Baath, al potere dal 1963, e il limite di due mandati presidenziali consecutivi. 

Di fatto la nuova costituzione consentirà il multipartitismo, la tutela delle confessioni religiose e delle minoranze, l’elezione a suffragio universale del presidente della repubblica, il quale non potrà essere rieletto per più di due mandati. Dunque sancisce la fine del mandato illimitato in virtù del quale gli Assad governano la Siria dal colpo di stato del 1970.

La proposta è stata approvata dai cittadini siriani, con l’89,4% dei si, in una tornata referendaria che, nonostante l’appello degli insorti al boicottaggio e i disordini, ha visto la partecipazione del 54% degli aventi diritto.

Tuttavia, nonostante le profonde riforme in senso democratico e pluralistico che introduce, il referendum è stato immediatamente rigettato dalle potenze occidentali.

Il segretario di Stato americano, Hillary Clinton, ha definito il referendum "uno stratagemma cinico" e ha esortato i siriani che continuano a sostenere Assad a rivoltarsi contro di lui. Una "farsa" e un "voto farsa" è stato definito dal ministro degli Esteri tedesco Guido Westerwelle. Da parte loro il francese Alain Juppé, il britannico William Hague, e numerosi altri ministri degli esteri, hanno dichiarato che il referendum non aveva alcuna credibilita a causa della incessante repressione." (http://tg.la7.it/esteri/video-i516469). Intanto l’Arabia Saudita fornisce armi agli insorti e Francia e Regno Unito inviano "istruttori" sul campo.

Ebbene, questo è incomprensibile. Come è possibile che praticamente tutti gli esponenti delle democrazie occidentali rigettino il referendum costituzionale siriano bollandolo come una farsa?
Un democratico non può mai considerare una consultazione elettorale come una farsa, visto che è il momento qualificante della democrazia, a meno che non sia convinto che essendo stata viziata da gravi brogli il suo risultato sia falso. 

Ma se questo fosse il caso del referendum siriano, se Bashar al-Assad avesse truccato le votazioni, lo avrebbe fatto a suo danno, visto che la nuova costituzione sancisce la fine del potere illimitato del suo partito e del suo personale. Perché avrebbe dovuto farlo? E, soprattutto, anche se per ipotesi il referendum fosse stato almeno in parte pilotato dal regime, perché le potenze occidentali vorrebbero rifiutare il suo esito, visto che introducendo importati riforme in senso pluralistico e democratico, dovrebbe essere di loro gradimento e a vantaggio del popolo siriano?

Perché il segretario di stato statunitense preferisce invitare all’insurrezione, e preferisce che siano supportati gli insorti, piuttosto che accettare una modalità di transizione del potere pacifica e democratica, ben sapendo che molto probabilmente l’alternativa alla transizione democratica sarebbe la guerra civile e il bagno di sangue pagato da tutto il popolo siriano?

La mia ipotesi, quella che ritengo la più probabile, è che i cosiddetti "Amici della Siria" non vogliano una transizione democratica, ordinata, pacifica, che mantenga l’integrità dello stato siriano. Anzi: vogliono evitarla, a costo di innumerevoli vittime tra la popolazione civile, la cui incolumità dicono essere la loro unica preoccupazione.

In Iraq avvenne che Bush e Blair decisero l’attacco prima che si avesse il tempo di far decidere Saddam Hussein per l’esilio. Cosa che avrebbe risparmiato agli iracheni innumerevoli lutti e miserie. In Libia non si è lasciato scampo a Gheddafi, nonostante i tentativi di mediare una soluzione che risparmiasse lutti e rovine ai libici.
In Siria sembra si voglia ripetere lo stesso format, come fosse una trasmissione televisiva. Alcuni dicono che non c’è da fidarsi della buona fede di Assad, che una volta allentatasi la pressione tornerebbe a riprendersi il potere che aveva concesso. Ma perché non metterlo alla prova? Possibile che venga giudicato più facile e conveniente un intervento militare che inviare osservatori durante le elezioni e pretendere dal regime che la consultazione sia regolare?

Intanto la campagna mediatica procede incessante e pervasiva a battere sempre sulle stesse "verità".


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