Non ho guardato il video e non so quasi niente dell’Uganda.
Approvo in pieno la critica ad una informazione che vada soltanto al cuore e non anche al cervello.
A causa del mio cervello però, non posso sentire affermazioni, logicamente condivisibili, ma che suggeriscono inaccettabili inazioni, del tipo "Koni è un sintomo" oppure "dificile catturarlo senza colpire i suoi bambini soldato".
Per la teoria del sintomo, richiamo il primo commento, per l’altra teoria richiamo la frittata e le uova.
C’è poi la "teoria del contesto", storicamente utilizzata per insabbiare tutto:
- i mafiosi non sarebbero colpevoli della mafia, è il contesto che fa la mafia...
- i corrotti e i corruttori non sarebbero colpevoli, è il contesto che è basato sulla corruzione...
- i soldati che commettono atrocità non sarebbero colpevoli, è il contesto che è atroce...
Sia ben chiaro: il contesto, gli antecedenti, sono importanti per capire.
Non mi piace però che vengano utilizzati per cambiare discorso e non proporre assolutamente niente per risolvere il problema di atrocità in corso: mi si ribellano cervello e cuore in perfetta sintonia.
Geri Steve