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Germano Mosconi: il diritto all’oblio per quelle bestemmie

Di (---.---.---.89) 1 marzo 2012 15:30

zambardino ha ragione, e non capisco l’obiezione del commentatore che tira in ballo berlusconi: la spropositata distanza tra le due notorietà dovrebbe essere un’argomentazione. di berlusconi non ricorderemo solo la satira, e quando toccherà a lui avrà tanti estimatori a celebrarlo, di storici a discuterlo e di detrattori a criticarlo. di germano mosconi, invece, a parte una certa fama territoriale, resterà solo l’immagine di blasfemo. che tra l’altro non è una colpa: c’è una vasta letteratura sulla "santità" della bestemmia, ci sono stati bestemmiatori straordinari (penso a piero ciampi) che hanno spiegato come questa sfida verbale a Dio sia solo una disperata richiesta di bellezza. molto spesso, si intende. ma se abbiamo guardato a mosconi per ridere, ora saremmo fuori luogo. così come non riesco a guardare alle imitazioni di alberto sordi (ottimo il proposito di max tortora di non riproporla più, il rispetto qualche volta resiste). ma ad un suo film, a quello cioè che lo ha eternato, eccome se ci riesco. per concludere: la rete è uno straordinario canale di critica, di satira, di libertà. senza decoro diventa il mare magnum del nichilismo - in senso laico - più inutile. una palestra di sentimenti neri.


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