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Lettera aperta al Presidente Napolitano

Di Salvatore (---.---.---.252) 31 gennaio 2009 14:07

 Con tutto il rispetto, queste sono delle grandi stupidaggini. Il Presidente della Repubblica RAPPRESENTA la nazione, non E’ la nazione. Quindi quando parla, è il rappresentante della nazione che parla, non la nazione stessa. Quindi anche quando Cossiga diceva le sue fesserie nel periodo del "picconaggio" era la nazione personificata che parlava?
Mi sembra un fraintendimento molto forzato e intriso di retorica.

Oltre ad una funzione "astratta" come quella della rappresentanza della nazione, il Presidente ha anche delle funzioni e delle prerogative "concrete"; tra queste c’è la facoltà di firmare una legge e anche quella di non firmarla, rinviandola alle camere (con una motivazione); Napolitano in questo caso ha scelto di non rinviare una legge oggettivamente pessima come la legge Alfano, cosa perfettamente legittima, ma criticabile. E’ forse cambiata la Costituzione da quando Ciampi rinviò alle camere l’analogo c.d. lodo Schifani per "palese incostituzionalità"? E’ cambiato il paese? E’ cambiata la nazione? No, è cambiato Presidente della Repubblica, il quale non solo non ha ritenuto di avvalersi di una facoltà pienamente riconosciutagli dalla Costituzione, ma ha persino controfirmato la legge entro 24 ore, evento più unico che raro.

La legge Alfano NON E’ UNA MODIFICA COSTITUZIONALE. E’ una legge ORDINARIA in PALESE CONTRASTO con l’art. 3 della Costituzione. Non vi sono dubbi sul fatto che la Corte Costituzionale annullerà questo mostro giuridico; intanto però è servito al Presidente del Consiglio per non giungere a sentenza nel processo Mills per corruzione in atti giudiziari.

E’ per questo Napolitano complice di Berlusconi? Non credo. Non invidio Napolitano e non vorrei trovarmi al suo posto. Credo sia costantemente sotto il tacito ricatto della maggioranza bulgara parlamentar-mediatica dei berlusconiani, i quali già lo attaccarono ferocemente nei primi due anni di mandato (quando non erano al governo) perchè "uomo della sinistra" che "aveva occupato tutte le istituzioni", come se eleggere il Capo dello Stato fosse un tentativo di golpe. 

A proposito di golpe, si fa tanto casino perché Di Pietro ha osato criticare Napolitano di assenza d’imparzialità, ma non ricordo altrettanto clamore quando Berlusconi e Bossi chiamavano "golpista" il Presidente Scalfaro o quando il centordestra "esternava" contro Ciampi, reo di aver rinviato alle camere (vivaddio) la controriforma della giustizia di Castelli o la abominevole legge Gasparri.

Comunque, non sono d’accordo con il tono dell’articolo. Credo che Napolitano, come tutti, sia criticabile nel merito delle sue azioni o non-azioni; credo altresì che bisogna farlo con molta accortezza, proprio in quanto rappresentante della nazione, e con i toni giusti. Se Di Pietro ha sbagliato qualcosa, è stato per i toni e per la costruzione non proprio lineare del suo discorso, ma si sa che non è un buon oratore e io credo nella sua buona fede. Criticare poi Napolitano perchè 53 anni fa (cinquantatrè!) espresse una posizione di politica estera poi "condannata" dalla storia (posizione che lui stesso successivamente ha riconosciuto essere sbagliata) mi sembra proprio fuori luogo.

Spero che questi chiarimenti giovino alla discussione; in generale e perlopiù è sempre meglio sapere bene di cosa si sta parlando prima di farlo. Lo dico senza alcuna vis polemica.


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