Nel mio articolo ho chiaramente detto che i rapporti
evidenziano la mancanza di prove su
un possibile sviluppo della ricerca iraniana verso usi militari. Poi ho
evidenziato l’articolo di antiwar
dove si fa tutta la storia di Danilenko e delle informative, che in un commento
ho definito "di incerta e
discutibile provenienza". Tanto per chiarezza.
Quindi sono d’accordo sul fatto che tutte le prove finora fornite confermano
quanto l’Iran sostiene in merito ad un uso civile dell’energia atomica. E sono
d’accordo anche che tutte le "preoccupazioni" nascono da dubbi mai
confermati da fatti. Alla fine sappiamo quindi che NON ci sono prove di uno sviluppo militare delle ricerche allo
stato attuale dei fatti.
E’ logico però che se le prove ci fossero e i dubbi fossero stati confermati
non ci sarebbe alcun bisogno di ispezioni e di verifiche. Ci sarebbero già i bombardamenti che invece - sembra necessario
ricordarlo - non sono già cominciati. L’AIEA
ha il compito di verificare proprio i dubbi e le preoccupazioni che alcuni
avevano e che molti continuano ad avere;
siamo tuttora in una fase, aspra e dibattuta (e non potrebbe essere
altrimenti), di verifica sul campo.
Sposare la tesi di un complotto israelo-americano che coinvolga anche
l’AIEA (il tutto finalizzato a far fuori il regime di Teheran) non può che
accompagnarsi unicamente ad una cieca fiducia verso le assicurazioni
’pacifiche’ dello stesso regime. Dichiarazioni che ad oggi sembrano confermate,
ma che devono continuare ad essere verificate (e i siti monitorati).
Il rifiuto all’ispezione di Parchin,
dopo le ispezioni autorizzate negli anni passati, non può essere semplicemente
liquidato come necessità di proteggere segreti militari (nel 2005 queste
esigenze di segretezza non c’erano ?), perché non si può pretendere di iniziare un processo di sviluppo di
energia nucleare, contemporaneamente minacciando
di distruzione da anni uno stato suscettibile come Israele (non il contrario) e negando lo sterminio nazista come
necessario corollario alla sua delegittimazione; in più tenendo strettissimi rapporti (di controllo e
direzione politica si direbbe) con Hezbollah
(e anche con Hamas, via Siria) che i loro "atti" ostili li hanno
materialmente eseguiti (vogliamo ricordare come iniziò la guerra
"israeliana" del Libano 2006 ?) e poi pretendere di essere trattato
come se si fosse uno stato scandinavo, pacifico
e neutrale. Mi sembra che mantenere dubbi prudenziali sia legittimo.
Per Israele i dubbi valgono qualcosa in più, naturalmente. Da anni si sa
che l’Ucraina ha ammesso di aver venduto all’Iran dodici missili da
crociera a lungo raggio X-55 su cui, a differenza degli Shahab) è possibile montare testate nucleari (www.senato.it/documenti/.../[09]_Osservatorio_Transatlantico.pdf
– p. 14). Domanda: che se ne fanno se il loro programma è assolutamente
pacifico ?