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Di Pietro/Napolitano: come distogliere l’attenzione dall’accordo Letta-Veltroni

Di Antonio Ruggiero (---.---.---.25) 1 febbraio 2009 00:43

Per Rocco Pellegrini

"Il silenzio mafioso" deprecato da Di Pietro non è un errore né di forma né tantomeno di sostanza, ma soprattutto non è un errore né una gaffe; puo’ essere ritenuto tale solo dai faziosi, ma non lo è per chi ha orecchie per intendere e occhi per leggere.
Analizziamo nuovamente quel passaggio tanto aborrito, e perciò cito testualmente:

Stiamo semplicemente dicendo che non siamo d’accordo sul fatto che si lasci passare il lodo Alfano, non siamo d’accordo sul fatto che si criminalizzano le persone che fanno il loro dovere, non siamo d’accordo sull’oblio che le istituzioni hanno sui familiari delle vittime (...) Lo possiamo dire o no? Rispettosamente. Ma il rispetto è una cosa, il silenzio un altro. Il silenzio uccide, il silenzio è mafioso, il silenzio è un comportamento mafioso.
Ora voglio sottolineare nuovamente l’interrogativa retorica: "Lo possiamo dire o no?" . Di Pietro non fa altro qui che rivendicare fieramente non solo il diritto alla critica costituzionalmente garantito, ma anche il dovere etico del suo partito e di ogni singolo cittadino di denunciare, anzi di urlare contro i mali e le ingiustizie del nostro sistema politico; un sistema politico, Presidente compreso, che se si trincera dietro il silenzio, uccide proprio come la Mafia!
Ora un conto è tacciare direttamente il Presidente della Repubblica di collusioni, connivenze o contiguità con la famigerata associazione criminale, un altro è censurarne un certo comportamento, che Di Pietro giudica a ragione deplorevole e finanche omertoso dinanzi all’oblio che sempre viene calato sui familiari delle vittime della Mafia. Da ricordare che il contesto è quello di una manifestazione in ricordo delle vittime della Mafia stessa e dei loro familiari...
Tralascio, infine, non certo per ignavia ma per carità umana la parte in cui qualche commentatore (o meglio portatore sano di commenti imbecilli) di questo forum, e tra questi lo stesso Pellegrini Rocco, interpreta la promulgazione del Lodo Alfano come un riprova della terzietà e imparzialità del nostro Presidente o come l’attestazione del suo ruolo eminentemente super partes. "Napolitano è stato eletto soltanto dall’Ulivo e sarebbe stato facile per Berlusconi definirlo un presidente di parte che si prestava a lotte politiche (Sic!)". Ma puo’ mai essere questo il criterio o la logica a cui s’informa il Presidente della Repubblica al momento della promulgazione di una legge?!? Certo che no, perché se così fosse, il capo dello Stato dovrebbe firmare ogni legge fatta dal centrodestra anche la più aberrante!
Il nostro imbecille commentatore, e lo dico apertis verbis a scanso d’equivoci, aggiunge poi che "Napolitano ha deciso di non stressare le istituzioni sottoponendole ad uno scontro violento dove lui stesso diventava una delle parti in causa. Ha scritto proprio così!!! Ma su queste cazzate encomiabili è meglio stendere un velo pietoso, ma, che dico, meglio una coperta massiccia!



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