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Muore Renato Dulbecco, ma per lui nessuna prima pagina

Di (---.---.---.66) 21 febbraio 2012 15:08

Purtroppo in Italia si apprezzano solo le stupidaggini, un po’ viene da credere che si sia fatta scuola sull’elogio dell’inutile, mentre la serietà e il rigore vengono osteggiati a spada tratta oppure, direi che è peggio, ignorate senza commento alcuno.
E’ possibile che qualsiasi intellettuale nel nostro Paese sia costretto a sentirsi uno straniero in patria? Mi rattristo se, mentre rifletto, mi viene in mente che in un primo Ventennio la politica italiana si permise l’errore irrimediabile di cacciare Enrico Fermi, e in un successivo Ventennio un "governo delle apparenze" si permise di lasciare (o cacciare?) molti cervelli pieni di talento. Guardare alla vita di Dulbecco ci insegna che gli italiani di valore hanno sempre saputo dimostrare tutti i loro meriti ovunque nel mondo, e anzi sono certo che un uomo come Renato conosceva il significato del termine "meritocrazia" più di qualsiasi altra maestrina.


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