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Nella Costa Concordia abbiamo visto di tutto. Tranne noi stessi

Di paolo (---.---.---.237) 24 gennaio 2012 13:37

Non è vero che Schettino non poteva risalire sulla nave ,anche se probabilmente a quei punti non sarebbe servito a niente , ma è cosa ben diversa .Quello di De Falco era un richiamo alla dignità di un comandante che DEVE mantenere la propria presenza sul posto e lasciarla per ultimo(non per primo) non fosse altro a livello psicologico(per non aumentare il panico).

Non è vero che non sono stati organizzati i soccorsi .Sono stati organizzati non appena avuto contezza del disastro che ,solo per grave colpa omissiva di Schettino ,sono partiti in ritardo (oltre un’ora dopo) e a seguito della telefonata di un passeggero al comando carabinieri di Prato che ha rimbalzato il tutto alla Capitaneria di Porto di Livorno .

E’ vero
che ha bordo regnava la disorganizzazione più totale e qui dovrà risponderne  l’armatore , le cui reponsabilità complessive mi auguro vengano accertate al più’ presto ,perché è indubbio che Costa Crocere c’è dentro fino al collo, compreso l’incarico a Schettino.

De Falco non è assolutamente un eroe ( e ci mancherebbe altro) , ma è una persona ligia al proprio dovere che ha richiamato duramente il "fuggiasco " ( o’ guappo che ’ sscappava) ai propri sacrosanti doveri .La distorsione sta nel fatto che in un paese anomalo ,uno che si comporta normalmente diventa un eroe .

Condivido totalmente l’articolo ed il significato estensivo che gli ha attribuito l’autore e sono sorpreso che una persona del calibro di D’Urso ,in questa occasione, non abbia percepito gli aspetti non secondari di una mentalità che sta emergendo anche su questo blog.
 


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