• AgoraVox su Twitter
  • RSS
  • Agoravox Mobile

La casta dei pensionati

Di Sandro kensan (---.---.---.45) 20 gennaio 2012 18:03
Sandro kensan

La ministra del lavoro sta facendo una riforma delle pensioni coraggiosa che ha come obiettivo il riequilibrio tra le generazioni. I giovani precari che lavorano a tratti e che avranno una pensione insufficiente non è giusto forniscano una pensione immeritata ai loro genitori.

Elsa Fornero sta facendo una riforma delle pensioni che per la prima volta da tanti anni fa gli interessi dei giovani. Il potere nella nostra società è in mano agli anziani che dispongono dei mezzi di informazione, dei sindacati, dei poteri forti e dispongono del potere politico. Questo governo Monti non è stato eletto né dal popolo né dai politici e quindi ha potuto mettere in un dicastero importante una ministra come Elsa Fornero che su indicazione dell’Europa sta facendo una riforma delle pensioni che mira all’equità intergenerazionale.

Il nocciolo del problema è che in Italia la spesa pensionistica è di circa 190 miliardi all’anno di cui una piccola percentuale è di beneficenza pubblica (pensioni di invalidità, ecc) e la gran parte è di previdenza (pensioni di anzianità, di vecchiaia o baby pensioni, reversibilità). Il quantitativo di soldi è ingente, tanto per farmi capire i soldi spesi per le pensioni in 10 anni è pari all’intero debito pubblico che è di 1900 miliardi.

Comunque i pensionati hanno versato i contributi all’INPS o altra cassa per una vita e adesso hanno diritto a godersi la pensione. Giustissimo. Il problema sta qui ovvero quanti soldi i pensionati hanno versato e quanti soldi i pensionati stanno godendo. C’è un buco nel bilancio tra le entrate e le uscite per ogni pensione dei nostri padri: i soldi versati non corrispondono ai soldi goduti.

L’odiato (da parte di molti) ex Ministro Brunetta ha affermato nella trasmissione "Servizio Pubblico" che per ogni due anni di lavoro si paga la pensione per meno di un anno. Secondo questo documento di un esperto pensionistico il lavoratore dipendente versa alle casse dell’INPS circa il 33% della propria retribuzione e i nostri vecchietti sono andati in pensione con il 72% della retribuzione (anno di pensionamento 2010, 65 anni di età e 35 di contributi). I lavoratori autonomi hanno versato il 20% del reddito alle loro casse di previdenza e sono andati in pensione con il 73% de loro ultimo reddito netto.

Non ci vuole molto per capire che i dipendenti si sono pagati la pensione per meno della metà dei loro 35 anni di contribuzione e per quanto riguarda gli autonomi per molto, molto meno. Però entrambi si godranno la pensione non per 15 anni ma per molti più anni, visto che sono andati in pensione ben prima dei 60 anni e che l’età media è oltre gli 80.

Non voglio tediare con i conteggi, quindi arrivo al punto: chi sta pagando la pensione che gli anziani non si sono pagati? Evidentemente i giovani. Loro lavorano per pagare sia i loro contributi che la pensione dei loro padri (la parte che non si sono pagati). Loro si trovano pure a reggere la competitività di questo nostro disgraziato paese, attraverso la precarizzazione del lavoro: lavori un anno e tre mese sei a piedi (se sei bravo).


Lasciare un commento

Per commentare registrati al sito in alto a destra di questa pagina

Se non sei registrato puoi farlo qui


Sostieni la Fondazione AgoraVox