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Il Comandante Schettino, capro espiatorio del saluto autorizzato

Di (---.---.---.108) 22 gennaio 2012 04:02

Ciao Geri,

sono xxx.93 e credo di poter parlare anche a nome dell’autore dell’articolo, se ho ben interpretato le sue parole. Penso che fondamentalmente si stia dicendo tutti le stesse cose, anche se ci si sofferma su sfumature differenti.

Che Schettino sia colpevole non ci piove, neanche lui lo nega, io di certo non lo assolvo. Bisogna capire cosa si intenda per capro espiatorio, perché è forse questo il cardine dell’incomprensione. Se per capro espiatorio si intende la vittima sacrificale, allora la tua critica non fa una piega e Schettino non è di certo un capro espiatorio, in quanto non vittima ma colpevole. Se invece ho ben inteso la sfumatura di significato attribuita al termine, per capro espiatorio qui si intendeva l’unico colpevole, quello che paga per tutti, sacrificabile, su cui vengono scaricate tutte le responsabilità, anche quelle che non gli competono. In tale ottica ho letto l’articolo e reputo in massima buona fede di aver interpretato correttamente il pensiero di Marco Barone, in quanto non mi sembra che abbia mai affermato l’innocenza di Schettino, semmai il contrario. Schettino è indifendibile e credo che questo sia assodato e soprattutto mai negato da nessuno degli intervenuti.

Resta il fatto che c’erano controlli che andavano fatti e - a quanto pare ed emerge da retroscena di inchini vari - non sono stati fatti. Per prevenire, prima di curare, come dice il detto. Ci sono cose che a quanto pare sono state autorizzate da privati e capitanerie di porto e forse andrebbero chiarite, perché sicuramente si sono svolte nel massimo rispetto delle regole, quindi ribadire e dimostrare l’assoluta liceità di manovre passate diventa a questo punto un atto dovuto e garantista per chi le ha autorizzate. Se gli inchini passati hanno seguito le regole dello stato italiano e del buon senso non c’è niente di male a ribadirlo e chiederne conferma. Nel caso ne usciranno più forti Costa Crociere e Marina Italiana, cioè tutti noi.

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