QUesto
è quanto accaduto nella tua fantasia. Nella realtà invece le cose sono andate
diversamente. Una notizia infondata (presunta abolizione dell’albo dei
pubblicisti) è stata data come se fosse attendibile, quando invece non lo era
(e i fatti lo hanno dimostrato). Non che bisognasse aspettare i fatti per
capirlo, bastava leggere la legge per come era scritta, senza ricamarci sopra
inutili fantasticherie. Che tu ti faccia scudo del fatto che anche altri lo
hanno scritto, non ti giustifica affatto. La responsabilità di quanto scritto è
dell’articolista (è pure segnalato nella politica editoriale di Av). Il
problema non è tanto che tu lo abbia riportato (in quel caso avresti avuto
tutte le ragioni del mondo) ma che tu lo abbia condiviso, riscontrando ragionevolezza
lì dove non c’era. Per quanto riguarda la rettifica, hai ragione. Ed è un bene
che sia così. E’ il bello della rete. SI è liberi di scrivere quel che si
vuole, salvo poi non renderne conto quando si incappa in vere e proprie bufale.
E lì dove non c’è la legge a imporvi una rettifica, non supplisce nemmeno la
coscienza. Comodo no? Avere diritti (diritto di diffondere informazioni), ma
non doveri (dovere di rettificarle qualora infondate). E poi si sente parlare
di abolizione dell’odg? Ma Dio ce ne guardi. Caro Sellari, per carità, non c’è
niente di cui gasarsi di fronte all’ennesima perla dell’informazione on-line
(che per fortuna ha anche le sue note di merito, poche ad oggi, ma ce l’ha).
Ne leggiamo ogni giorno, ahinoi.
OV