in sostanza mi sembra che l’abolizione dell’albo dei pubblicisti, senza una riforma complessiva dell’ordine e dei meccanismi per entrare, costituisca una ulteriore barriera all’ingresso e all’esercizio della professione
di fatto chi non può permettersi la scuola di 10.000 euro e passa non avrà alternative... non avrà canali per vedere minimamente riconosciuto il proprio lavoro: checché se ne dica, stando le leggi attuali, il tesserino da pubblicista a qualcosa (poco eh!) serve
l’unica possibilità potrebbe essere quella dell’iscrizione come freelance (il contratto da praticante è utopia), ma anche lì andrebbe visto se c’è una retribuzione "minima" che spesso è ben superiore a quello che i giornali sono disposti a pagare...