Metto al corrente delle
informazioni richieste: “ (…) D.L. n. 70\13.7.2011 (“decreto sviluppo”), art.
8, secondo cui l’usura, che prima scattava quando il tasso medio veniva
superato del 50%, scatta ora quando viene superato di 8 punti, o anche del 25% + 4 punti. Due criteri il
secondo dei quali è in realtà ’fumogeno’ (serve a confondere), perché è un po’ più vantaggioso per i cittadini
solo con tassi molto alti, tipo 20%, come quelli dei crediti
al consumo. Ma per fare invece l’esempio che interessa il maggior numero di italiani,
nei mutui a tasso variabile, ora in media del 2,79%, prima, per verificarsi
l’usura, la banca doveva praticare il 4,18%, mentre ora il 10,79%. Anche se,
secondo la Banca d’Italia (un’illecita azienda privata di proprietà di quelle
stesse banche che finge di controllare), andrebbe applicato il criterio del 25%
+ 4 punti, per cui l’usura sui mutui inizierebbe “solo” dal 7,48%, contro il
4,18% di prima. Una posizione questa anch’essa rivolta a confondere, nel senso
che Banca d’Italia ha per il momento
indicato il criterio del 25% + 4 punti sapendo però che, di fatto, in sede penale, ove occorra, le banche
hanno sempre la possibilità di difendersi
invocando il criterio del +8%. Un
innalzamento che, ora che la barriera del “tasso soglia” è stata comunque
elevata, innescherà un aumento strisciante del costo del denaro,
e che serve inoltre alle banche per evitare le condanne per usura, da ultimo
sempre più frequenti. (…) La L. n. 10, art. 2, comma 61, del 26.2.11, con cui,
in contrasto frontale con decenni di giurisprudenza anche delle Sezioni Unite
della Cassazione, si è stabilito che la
prescrizione decennale nelle cause contro le banche, che decorreva dalla chiusura
del conto corrente, ora decorra dall’annotazione dell’operazione. Significa
che, ad esempio, in relazione a un conto durato venti anni e chiuso nove anni
fa potevi recuperare tutto, mentre ora puoi recuperare solo un anno, ovvero
solo le somme di cui la banca si è indebitamente appropriata tra oggi e dieci anni
fa (fonte: http://www.marra.it).”. Infine
segnalo che da venerdì 11 novembre 2011 è
possibile firmare on line al link http://www.petizionepubblica.it/?pi=MM1951 la Petizione “Sovranità
monetaria allo Stato italiano!” (indirizzata al Presidente della Repubblica, ai Senatori ed
ai Deputati), il
cui testo è: "Nell’anno del 150° anniversario dell’Unità d’Italia
(1861-2011) richiedo che lo Stato italiano acquisisca la sovranità monetaria e
che vi adoperiate in tal senso!". Se centinaia,
migliaia di cittadini vorranno inviare tale richiesta si contribuirà a smuovere
(in maniera civica e nonviolenta) la classe politico-istituzionale italiana al
fine di realizzare la dovuta sovranità monetaria dello Stato italiano,
eliminando così la principale causa della formazione del debito pubblico,
determinata dall’emissione delle banconote da parte del sistema
bancario (pur costituendo una potestà dello Stato!). Viene
ignorato e poco dibattito il tema della sovranità monetaria, che pure è
fondamentale per comprendere uno dei fattori portanti della formazione del
debito pubblico (lo Stato che ha delegato al sistema bancario privato
l’emissione delle banconote, indebitandosi!). Una possibile soluzione
“radicale” (nel senso che vada alla radice del problema) alla crisi è la
sovranità monetaria di ogni Stato. Gli USA potrebbero cominciare a farlo (ed
Obama passerebbe alla storia), là dove Abraham Lincoln, John F. Kennedy, Robert
Kennedy ("caduti per la moneta") non ci sono riusciti. Nell’Unione
Europea siccome c’è
l’euro, si acquisisca allora la sovranità monetaria come “Stati Uniti d’Europa”
(realizzando finalmente un progetto politico e non solo un artificio
monetario), sottraendo alla Banca Centrale Europea (BCE) il ruolo politico che
ha in quanto emettitrice delle banconote. Infatti il Giappone,
nonostante un debito pubblico superiore al 200 per cento, sta meglio di altri
paesi, perché gode della sovranità monetaria e può stampare moneta e
svalutarla!