• AgoraVox su Twitter
  • RSS
  • Agoravox Mobile

A L’Aquila mancano politiche coerenti

Di Luciano B. L. (---.---.---.245) 29 giugno 2011 06:38
Luciano B. L.

Questa corretta disamina della situazione locale, anche per la pertinente conclusione, meritava di non essere collocata in cronaca locale. Giacché qui si dà conto del fallimento della strategia economica di colui che nato immobiliarista finirà solo piazzista (cmq il migliore degli ultimi 150 anni). Volle il Piano C.A.S.E. aquilano ed il "piano case" nazionale per strenua convinzione d’una superata asserzione: quand le bâtiment va, tout va. Infatti, per uscire dalla crisi generale non basta più rianimare solo l’attività edilizia con ingenti finanziamenti d’opere faraoniche da basso impero: il M.O.S.E., il traforo per la T.A.V., il Ponte sullo Stretto, il Piano C.A.S.E.. Tutte volute per superare presunte o reali esigenze in modo straordinario e non strutturale. Non sempre adeguatamente contrastate in loco.
Purtroppo, a L’Aquila le case di Berlusconi (ognuna in grado di ospitare ottanta persone) hanno bruciato ben più di ottocento milioni d’Euro ed ora vengono abbandonate al ritmo di una al mese da chi, preferendo altra soluzione abitativa, esaspera oltre ogni limitite il consumo di suolo. Favorendo soltanto le rendite speculative di pochi. Lasciando tuttora in alberghi e c.a.s.e.r.m.e. più di mille sfollati. 


Lasciare un commento

Per commentare registrati al sito in alto a destra di questa pagina

Se non sei registrato puoi farlo qui


Sostieni la Fondazione AgoraVox