Da CortocircuitOne. Storia di un’astrazione fatale
...Tuttavia ci sembra che, della ragione la hegeliana astuzia possa risultare ancora più sottile
dell’ immaginabile; ci pare cioè che la rifondazione della base concettuale del pensiero logico
lo conduca verso nuovi e stimolanti paradossi. Quanto più cerchiamo risposte esaustive ai
nostri interrogativi, tanto più sembrano invero ritrovarsi gli antichi enigmi. (...)
... ci atteggiamo a conoscitori delle cose, senza renderci conto come il magico cerchio dei
linguaggi in cui ci muoviamo non ci permette se non tautologiche valutazioni. Parliamo cioè
delle cose senza mai riuscire a sollevarci al di sopra di loro e, quando vogliamo rispondere
alle questioni più profonde, dobbiamo sempre giocoforza uscire da ogni possibile argomentazione logica; è altamente probabile che, a fronte della enorme quantità di tentativi di decifrare gli
eventi, la realtà ultima sia essenzialmente extra-razionale, quantomeno nel senso fin qui dato
alla nostra ‘ ragione abituale’ (...)
...Le antiche tradizioni orientali su menzionate erano già peraltro ben consapevoli
di questa dimensione paradossale dell’ esistere, quando sviluppavano la loro speculazione
fino a giungere a ricondurre al nulla tutte le cose. Come dunque districarsi da un
simile dilemma? Siamo qui di fronte all’ aspetto ultimo delle questioni e la logica
sembra essere posta di fronte al suo limite estremo dove si prospetta o una
sensata interpretazione di oggetti ancora in qualche modo discernibili, ovvero la débacle
della stessa ragione come fin qui conosciuta. (...)
...ma la cosa di fondamentale importanza è che, se a dominare è l’ irrazionale, questo
pone in un certo senso tutti sullo stesso piano, mentre se si vuole il dominio di una
qualche razionalità è, come Severino ripete spesso, sempre quella più forte ad
imporsi sul piano storico, senza che la sua forza ne garantisca in alcun modo
verità o giustezza. Se ci si incammina sulla strada dell’ analisi razionale, si attraversa
il mare sconfinato dell’ arbitrio e delle prevaricazioni, almeno fin quando non se ne
riconosca il limite e ‘ la regola’ proprio nel suo opposto.(...)
...La storia così come fino ad oggi è stata intesa nella sua forma processuale, è
di certo la storia della ragione dominante che ha continuato a mutare le sue
forme, ma sempre restando nella sostanza storia di un dominio e dei suoi abomini.
E non ci pare affatto che, laddove la ragione ufficialmente non dorme il suo
sonno, i mostri si rivelino storicamente meno presenti e attivi, anzi. Cosa poi abbia
in realtà fin qui dominato, il proliferare delle analisi non riesce mai a dire fin tanto
che esso resta configurato all’ interno del medesimo quadro concettuale; rompere
un tale quadro significa attuare la sola autentica forma di comprensione dell’ essere,
l’ unica vera ‘rivoluzione’.