Le proposte del PD e della CGIL, proposte sposate anche da Casini, per un aumento della tassazione delle rendite finanziarie sono una solenne presa in giro.
Aumentare l’aliquota al 12,5% facendola crescere al 20 o al 25 significa soltanto aumentare le tasse sui piccoli risparmiatori. Grazie a holding lussemburghesi e a residenze delle persone fisiche in paradisi fiscali i grandi patrimoni di confindustria sono al riparo dal fisco italiano e non pagano neppure il 12,5%.
In pratica la sinistra chiede di tassare i risparmi dei ceti medio bassi.
Se a questo aggiungiamo il fatto che Bersani non perde giorno di promettere a confindustria sgravi fiscali, ben si capisce come mai i miliardari di confindustria siano tutto un applauso per le proposte della CGIL e della nostra evanescente "sinistra", tutta dedita a compiacere De Benedetti e Caltagirone.