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Cade la Fort Alamo del copyright, ma i barbari tentano il sacco di Roma

Di Paola Sedda (---.---.---.2) 21 dicembre 2008 18:45

Mi sembra positivo. Almeno si inizia a prendere coscienza del fatto che non è comunque possibile impedire agli utenti di condividere e scambiare i file musicali tramite le piattaforme peer to peer.
L’essenza stessa della rete si basa su questo sistema.
In Francia attualmente esiste una legge molto dura che punisce il pirataggio. L’utente che viene rintracciato riceve dei richiami via email, nel caso in cui dovesse perseverare nello svolgere l’attività
illecita dopo il terzo richiamo, o almeno così mi sembra di ricordare, il soggetto sarà tenuto a pagare una multa salatissima. 

Il reato può persino essere punito con la reclusione.
Eppure tutti continuano a scaricare film e musica in tutta serenità.
L’accanimento legislativo non ha prodotto alcun cambiamento nelle pratiche degli internauti.
Credo che si arriverà in qualche modo ad un compromesso. 
Qualche tempo fa si parlava dell’acquisto di una sorta di licenza per tutti coloro che attivano una connessione internet. Questa somma dovrebbe includere il contributo da versare per i diritti d’autore.
Ma in realtà la cosa migliore sarebbe riconsiderare tutta la normativa in materia di copyright.
La rete viene già considerata dagli utenti come un contenitore vastissmo di materiale disponibile per la creazione. Tutti i siti web vengono realizzati attraverso il riassemblaggio di elementi recuperati
in rete.
La cultura del sampling si è già affermata come modus vivendi dell’internauta e come nuova filosofia della rete.

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