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Coma vegetativo: io ho scelto. E voi?

Di Eva (---.---.---.25) 21 dicembre 2008 12:50

Cara Sofia, ammetto che vederti annunciare un testamento biologico mi ha un po’ scossa, e con le opportune cautele, nel caso in cui il coma sia appunto vegetativo e quindi irreversibile, sono d’accordo con quanto scrivi e mi sono sempre schierata a favore del diritto di scelta alla vita e contro l’accanimento terapeutico. In particolare in casi di malattia con morte sicura, come è accaduto a mio padre. Ricordo i suoi giorni di coma e l’accanimento terapeutico dei medici con un dolore che arrivava all’annichilimento, allo smantellamento di ogni principio, delle nostre (soggettive, quindi) convinzioni sul valore della vita, che qui non si vuole mettere in discussione. Ai medici io chiederei l’empatia assieme alla cura del paziente. Tremo di fronte ai giudici assoluti e imparziali come gli uomini di Chiesa, che non si smuovono di un millimetro dalle loro assurde convinzioni. Fossi in chi è oltre la vita, però, avere il funerale in chiesa o civile sarebbe meno dell’ultimo dei miei pensieri. Penso a prima, penso che prima sia più importante, penso che chiunque, quando può e se gliela si può concedere, abbia diritto a una morte in santa pace, il più possibile serena.


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