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Mappa delle centrali nucleari a meno di 200 km dai confini italiani. Il nostro destino oltre il referendum

Di Geri Steve (---.---.---.120) 26 aprile 2011 17:20

si, ma... fuori dell’Italia e’ molto meglio.

sulla globalizzazione del problema nucleare io sono pienamente d’accordo, infatti qui ho gia’ scritto che:

"Il caso Fukushima non dimostra soltanto che i giapponesi hanno fatto male a fidarsi dei loro dirigenti, dimostra anche che quel che fanno i dirigenti della TEPCO giapponese riguarda il mondo intero perche’ un disastro ambientale e’ un delitto contro l’umanita’.

In un mondo sovrapopolato che utilizza produzioni energetiche pericolose e certamente dannose per l’ambiente, io sono costretto, malgrado i miei ideali libertari, a desiderare un ordine mondiale gestito da un potere sovranazionale, quindi ancor meno controllabile dal basso di quanto lo siano i poteri nazionali.

 Questo e’ il paradosso: io potrei accettare l’industria nucleare se potessi fidarmi di chi deve fare scelte importanti per la mia sicurezza e per la salute delle prossime generazioni, pero’ i rischi di scelte incaute sono internazionali e intergenerazionali, cioe’ due volte globali, e la globalizzazione allontana i decisori da chi vorrebbe controllarli ."

pero’ si deve aggiungere che c’e’ comunque una grossa differenza fra avere una centrale nucleare in Italia e averla fuori, per due ottimi motivi:

1) i confini italiani non sono linee convenzionali astratte, ma sono costituiti da mari e da alte montagne, per cui c’e’ molta differenza per gli italiani fra avere un incidente in Italia o averlo fuori

2) L’Italia e’ un territorio molto sismico, mentre Francia, Svizzera, Germania e Austria no, e questo cambia significativamente il rischio di incidente per tutte le centrali della mappa, tranne che per Krko

Geri Steve


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