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Rivolte: la Cina sarà la prossima?

Di Geri Steve (---.---.---.146) 22 aprile 2011 03:19

 Io non sono ne’ uno studioso ne’ un frequentatore di Cina o paesi arabi, cmqe credo che vadano distinti i problemi di disagio economico da quelli di disagio politico.

Ai cinesi poco importa se la Cina e’ la seconda o la terza o la prima economia del mondo, importa molto di piu’ quale sia il loro tenore di vita, che dipende dal reddito medio, dalla distribuzione della ricchezza e dal costo della vita, e comunque oggi e’ certamente un tenore di vita basso, ma piu’ alto che in passato.

Il fatto che il costo della vita stia diventando troppo alto rispetto ai salari e’ un problema di facile soluzione dal punto di vista economico: basta aumentare i salari; i margini economici ci sono, c’e’ pero’ un problema politico perche’ chi detiene il potere economico dovrebbe ridurre i suoi enormi profitti sia per la redistribuzione del profitto sia per il probabile calo di competitivita’ delle sue merci.

Credo che ci sia una situazione simile in alcuni paesi arabi in cui la poverta’ della popolazione sarebbe facilmente risolvibile redistribuendo l’enorme ricchezza proveniente dal petrolio.

Ma nel caso della Tunisia come dell’Egitto c’era poco da redistribuire, e la rivolta era piu’ tesa alla conquista di diritti che alla redistribuzione. E cosi’ anche a piazza Tien Ammen.

In Europa, dopo la rivoluzione francese, le monarchie assolute han dovuto e saputo evolversi in monarchie costituzionali e poi in stati formalmente democratici, ma i dittatori arabi pare che non siano mai capaci di alcuna evoluzione.

In Cina poi, una pacifica evoluzione democratica e’ quasi impensabile: lo stato cinese e’ sempre stato un impero centralizzato e l’insorgere di rivendicazioni democratiche porterebbe inevitabilmente alla spaccatura, sia perche’ il potere si arroccherebbe la’ dove puo’ conservarsi, sia perche’ uno stato con oltre un miliardo di cittadini che si autogovernino democraticamente non si e’ mai visto, ed e’ anche difficile il solo immaginarlo.

Geri Steve


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