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Libia: la Guerra degli Avvoltoi

Di Luigi Nicotra (---.---.---.21) 25 marzo 2011 11:00

Devo constatare, TB, che lei si limita a riproporre, in modo del tutto superficiale e generico, le argomentazioni del moralismo pacifista più stereotipato, senza prendere in alcuna seria considerazione tutti i temi sopra trattati sulla situazione libica, oltre che del nord Africa in generale e, ormai, del vicino e del medio oriente. E tutto questo senza che lei sia in grado di proporre nemmeno un simulacro di soluzione alternativa a quello che i rivoltosi libici e la coalizione in armi stanno tentando di fare per fermare il massacro delle popolazioni libiche.
Questa sua incapacità, poi, si manifesta nel persistente ricorso al linguaggio insultante – la parola " imbecille " le deve proprio piacere tanto: non sarà frutto di qualche trauma adolescenziale? – ed all’alibi che dei media non ci si può fidare, alibi dietro il quale tutte le anime belle si nascondono al solo fine di scegliere di non scegliere da che parte stare, nell’attesa che sulle vittime si distenda il sudario dell’indifferenza e dell’ignavia delle persone come lei.
Intanto, come scrive oggi l’inviato di Repubblica, noto giornale " guerrafondaio ", " il simbolo della guerra di un regime contro il suo popolo ha un nome: Misurata. Non ci sarà nessuna liberazione che potrà risarcire il popolo di questa città. Nulla potrà risarcirlo del massacro che lo sta dissanguando in queste ore. Se una sola telecamera riuscisse ad entrare a Misurata nessuno avrebbe più dubbi. Riuscirebbe a riprendere i 100 morti e i 1300 feriti che in una settimana hanno inondato di sangue le strade e le piazze della città assediata. Il cameraman testimonierebbe i cecchini dell’esercito gheddafiano che dai tetti delle case sparano contro i due ospedali, contro medici e infermieri che provano a entrare o uscire. "
Ma, di fronte a tutto questo, certe persone non si arrestano, nemmeno di fronte all’evidenza e preferiscono continuare a celebrare il rito di quella stanca liturgia del no-alla-guerra-senza-se-e-senza-ma. Insomma,prendendo a prestito il suo vocabolario, mi viene da dire che l’imbecille non ha niente da dire e lo ribadisce continuamente.
LN


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