Consumi elettrici
Giappone 1’130 TWh anno
Germania 640 TWh anno
Italia 340 TWh anno
Fukushima
richiama ad una pesante
responsabilità.
Le
future filiere da installare in Italia dovranno caratterizzarsi per
elevata sicurezza passiva
(Roma
10 marzo 2011 ) - Il Comitato
Italiano per il Rilancio del Nucleare (Cirn)
rompe il silenzio che sinora ha, giustamente in mancanza di dati
oggettivi certi, caratterizzato la componente che è impegnata per la
ripartenza del nucleare in Italia e dirama un suo primo commento sul
disastro di Fukushima, con l’intenzione anche di fare sentire una
voce diversa da quella dominante e strumentale degli antinucleari.
«Quanto
sta avvenendo nel sito di Fukushima - afferma
l’ingegner Giorgio Prinzi, Segretario del Comitato Italiano per il
Rilancio del Nucleare (Cirn) - pone un
serio problema di scelta degli eventuali reattori nucleari da
installare in Italia, di cui sinora si è poco, se non affatto,
parlato. Una grande responsabilità grava ora sulla costituenda
Agenzia per la Sicurezza Nucleare, che dovrà vagliare le diverse
opzioni sotto il profilo della sicurezza passiva che ciascuna di esse
è in grado di garantire, non lasciandosi condizionare da sia pur
legittimi interessi industriali e finanziari dei diversi potenziali
attori».
«I
problemi per le unità ad acqua bollente installate in quel sito
giapponese - prosegue il Segretario del
Cirn - si sono posti proprio perché i
sistemi di asportazione del calore residuo non erano di tipo passivo
e, al venir meno dell’erogazione della rete e dei generatori diesel
di emergenza, che sembra siano stati danneggiati dall’onda di
maremoto, non è stato possibile asportare in altro modo il calore
residuo, che è sfuggito al controllo anche perché il sottosistema a
corrente continua alimentato da batterie di limitata autonomia non
era in grado di adempiere alla funzione adeguatamente, in quanto
sembra concepito per il tamponamento momentaneo di una mancanza di
corrente alternata».
«Peggio
incalza l’ingegner Giorgio Prinzi, -
dalle prime frammentarie notizie che ci giungono in lingua inglese,
sembra che alla stessa centrale diesel fossero asservite più unità,
in contrasto con una delle regole di sicurezza che prevede la
ridondanza e la duplicazione dei sistemi critici. Certo la macchina
danneggiata era alquanto vecchiotta, essendo divenuta critica per la
prima volta nel 1971, e i criteri di sicurezza in base ai quali era
stata realizzata ormai decisamente obsoleti. Sono però proprio
queste considerazioni che ci fanno a gran voce richiedere il massimo
impegno di coloro che dovranno decidere, in base ad criteri avanzati
criteri di sicurezza, le future filiere da installare in Italia. Su
questo auspichiamo che si apra il dibattito, al quale gli
ambientalisti potrebbero contribuire con una visione critica e
costruttiva, sempre che riescano a liberarsi dei loro preconcetti
ideologici e del loro furore antinucleare che anche in questo
frangente caratterizza le loro dichiarazioni a caldo».
«Non
vi sono altre soluzione praticabili - conclude
il Segretario del Cirn Giorgio Prinzi -
L’energia nucleare è una scelta obbligata. Si tratta di affrontare
il problema con razionalità. Sempre nello stessa prefettura di
Fukushima il sisma ha causato il crollo di una diga, ma la notizia è
quasi passata sotto silenzio, perché l’attenzione è focalizzata
solo sulle installazioni nucleari».
PER
SCARICARE DOCUMENTAZIONE TECNICA DEL CIRN
collegarsi
alla pagina web
http://www.giorgioprinzi.it/nucleare/audiovisivifonti/energia.htm
(sua
visualizzazione completa solo con browser Explorer)
RECAPITI
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