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Termovalorizzatori, sì o no?

Di Alex (---.---.---.215) 2 marzo 2011 09:15

E’ un peccato vedere come spiegazioni a confutazione dell’articolo iniziale, che può essere provocatorio, tendenzioso e se vogliamo persino errato, ma che disegna una realtà com’è al momento, che spiega come gli addetti ai lavori intendono un inceneritore, perchè così è stato presentato loro, considerando che non sono tutti laureati e dottori, vengano poi esposte arricchite da attacchi personali e netti cali di educazione e tono generale da persone, che per loro stessa dichiarazione, sono a loro volta laureati e dottori.


Qui si fa a chi alza di più la voce e chi è più aggressivo, con il risultato, e lo dico da lettore disinteressato, che delle ottime motivazioni, che in certi casi presentano anche valide alternative al problema (quanto realizzabili su larga scala è ancora da valutare tuttavia e a loro volta non supportate da dati di carattere economico rilevanti, se vogliamo fare i puntigliosi), perdano di forza comunicativa e risultino fastidiose per il lettore a causa dell’inadeguatezza come relatore di colui che presenta la risposta. E non parlo di contenuti, ma di modo, comprese le regole minime su internet sulle lettere maiuscole e sullo spam, che equivalgono ad una corretta ortografia.

Non entro quindi nel merito dei contenuti dell’articolo, non è il mio campo di studi e non mi sento nella posizione di commentare costruttivamente e in maniera tecnica, visto che tra l’altro, a quanto pare, si è evidenziata la tendenza elitaria dove se un individuo ha conoscenze tecniche specifiche ha il diritto di parlare, altrimenti può starsene zitto. Solo che per la stessa tendenza, visto che il mio campo di studi è il linguaggio, suggerirei ad un paio di persone di dotarsi di un P.R. prima di scrivere, perchè se vogliono davvero difendere le loro idee e non si chiamano Silvio Berlusconi a cui tutto è, evidentemente e tristemente permesso, dovrebbero prima imparare a relazionarsi con una terza parte in maniera equilibrata.

In realtà, tuttavia, sono ben felice di vedere opinioni contrastanti che si relazionano tra loro, come sono contento di vedere persone con bagagli culturali, esperienze di vita e lavorative differenti prendere parte alle discussioni, perchè è questo che ci fa combattere contro la più grande piaga italiana, l’ignoranza e il disinteresse. Però in questo caso invece che premiare il diverso che ha avuto il coraggio di aprire in dibattito, partendo da una posizione di svantaggio, potremmo così dire, visto che l’esito dei commenti era quantomeno scontato, gli è persino stato consigliato, gridando, di dedicarsi ad altro per un bene superiore.

Lascio, riguardo al tema dell’articolo, due domande che mi sono posto:
- Perchè invece di parlare di Zero Rifiuti così veemente, non ci si chiede perchè nella maggior parte dei comuni non è presente un piano funzionale di raccolta differenziata minima e soprattutto, prima di pensare ad un passo drastico, per quanto fantastico come Zero Rifiuti, le nostre menti nazionali non si sforzano di risolvere problemi più basilari, come appunto una differenziata base, ma diffusa su tutto il territorio?

- Ancora crediamo che siano possibili campagne idealiste basate sul sacrificio degli interessi privati? In Italia? Se vogliamo iniziare a smuovere le cose, cerchiamo di entrare nell’ottica che si, dal piccolo si può arrivare al grande, ma che inizialmente dei compromessi sono il modo migliore per entrare nella partita "Devi far parte dell’ingranaggio, perchè riesca il piano di sabotaggio"

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