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Libia. La Russa: "Non possiamo basarci sui racconti per muoverci"

Di Giuseppe Fusco (---.---.---.131) 24 febbraio 2011 13:53

1994. Mentre in Rwanda avveniva una carneficina ...

Christine Shelley, portavoce del Dipartimento di Stato Americano, evita di parlare di genocidio. Dice diplomaticamente (ovvero ipocritamente) che stavano verificandosi solo "atti di genocidio". Allora ...

Un giornalista chiede "Qual è la differenza tra atti di genocidio e genocidio?"

Christine Shelley (imbarazzata) "Beh, penso, ehm ... come sa ... c’è una definizione legale di ciò. C’è stata una grande discussione sulla definizione ... ehm ... si applica la definizione di genocidio contenuta nella Convenzione del 1948 ... ehm ... non a tutte le uccisioni che ci sono state in Rwanda ... ehm ... può essere applicato quel termine ... stiamo provando a chiamare le cose per come le vediamo finora ... ehm ... abbiamo ragione di credere che si siano verificati atti di genocidio"

Il giornalista incalza: "Quanti atti di genocidio servono per fare un genocidio?"

La signora Shelley "Non sono nella posizione di rispondere a questa domanda".

Questo in sintesi il dialogo tra i due.

Ammettere il genocidio avrebbe obbligato a un intervento immediato da parte dell’ONU. Gli Stati Uniti, parte del Consiglio di Sicurezza, impedirono questo intervento immediato.

In Rwanda ci furono circa UN MILIONE di morti in 100 giorni.

2011. Mentre in Libia avviene una carneficina ... "non possiamo basarci sui racconti ..."


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