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Dopo 17 anni, una definizione del berlusconismo: "nuova strategia della tensione"

Di (---.---.---.123) 13 febbraio 2011 20:00

Premettendo un complessivo accordo con l’analisi sopra espressa nell’articolo riguardo la formazione e l’approdo a ciò che è oggi l’identità berlusconiana, all’autore dell’articolo vorrei dire due cose: 1) in prima istanza vorrei farti notare che le svolte autoritarie purtroppo erano più controllabili e meglio individuabili venti o trentanni fa rispetto ad oggi. Anche se concordo sul punto che nell’occidente odierno è certamente più difficile impadronirsi di un paese senza alcun grido golpista, vorrei far notare che la presenza di un certo substrato elitario esistente e permanente decide per noi ciò che è tollerabile e ciò che diventerebbe invece spiacevolmente poco presentabile alla vista seppur bene offuscata dell’elettorato; con questo intendo dire che le svolte autoritarie esistono eccome e si possono realizzare soprattutto seguendo (come l’attuale premier fa) il piano di rinascita democratica della P2 al quale fai riferimento. Non bisogna pensare che quello che accade in Italia sia bene o male classificabile come "normale" o comunque non sia anomico. Oggi siamo dinanzi ad un inarrestabile processo di cancellazione dell’etica pubblica e della morale corrente (fondamentalmente cristiana volente o nolente) che rischia di creare generazioni future prive di punti fermi, prive di una idea di ciò che è considerabile giusto e sbagliato. Badate ciò che sto dicendo non vuole essere una critica moralista al berlusconismo che è solo la punta dell’iceberg; quello che sto dicendo è che oramai è in atto un processo di riqualificazione verso il basso del "pensiero tipo" riguardante l’idea di socialità e di comunità. Con questo concludo primo appunto chiarendo che le élite decidono dove punta la società e dove deve approdare, per inculcare col tempo nella testa dei cittadini ciò è da considerarsi lecito (vedi lo scempio di mirafiori e pomigliano) e ciò che non lo è ad esempio il pensiero riformatore di sinistra vendoliano che tenta si "recuperare" ciò che di buono c’era nell’idea di socialdemocrazia del passato che ancora oggi viene arcaicamente definito comunista... 2) Per quanto riguarda il secondo appunto; credo che l’ipotetica volontà del centrosinistra di voler favorire l’alternanza per sbandierare lo spauracchio del berlusconismo non sia reale... credo molto più semplicemente che la classe dirigente di centrosinistra si sia in questi anni drammaticamente arricchita oltre misura, portando all’imborghesimento la stessa, che ha così smarrito la sua origine culturale e le sue ragioni antropologiche di esistenza. Per intenderci, non si può parlare di difesa dei problemi dei lavoratori di mirafiori quando non c’è un effettivo e dico "uno" che all’interno del maggior partito di centrosinistra italiano rappresenti questa "classe sociale". Si ok Veltroni si è vantato di aver candidato degli operai nel Pd, (forse due) ma questi una volta entrati in parlamento sono entrati a far parte della casta, quella nella quale si guadagna in un mese molto di più rispetto a quanto può guadagnare un operaio in un anno... E allora di cosa stiamo parlando mi domando? Questa è gente che è attaccata al potere e alle clientele e che altro non persegue che il ladrocinio pubblico come stile di vita e come proprio fine personale... Sono personaggi falliti, icone di un’epoca che non esiste più, cresciuti nel solco lasciato dalla fine della guerra fredda e dalla relativa scomparsa delle istanze di perseguimento dell’uguaglianza sociale che in essa erano presenti, seppur adombrate da governi corrotti... Ci si è lasciati alle spalle un’epoca di lotte per la ricerca del bene collettivo per approdare in un mondo tanto idilliaco quanto fasullo dove giornalmente ci raccontano che le "classi sociali" sono scomparse e che siamo tutti uguali... Termino dicendo che se le sinistre in Italia sono sparite è anche perchè come dicevi tu si sono aggrappate a questo modello di potere basato sulla poliarchia mediatica bipolare e ne sono state risucchiate, ma è anche perchè non sono state in grado di stare al passo con il cambiamento della forma (ma non della sostanza) dei bisogni che la società nel corso di questi decenni ci ha imposto. Per essere più chiari si sono snaturate in nome del potere.


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