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Dopo 17 anni, una definizione del berlusconismo: "nuova strategia della tensione"

Di (---.---.---.124) 13 febbraio 2011 16:28

 Ad una prima veloce lettura del suo articolo ho pensato che lei fosse politicamente collocato all’estrema sinistra, ma rileggendolo mi sono accorto che la sua visione è profondamente elittaria e di destra. Per lei le "masse" possono essere manipolate a piacimento da gruppi organizzati, P2, complotti, bombardamenti mediatici, ecc. ... A lei non passa neanche per la testa che strati sociali quali operai, contadini, artigiani, commercianti, ricercatori, amministrativi o semplici disperati (come nel caso tunisino ed egiziano) possano determinare cambiamenti negli assetti sociali e politici di una nazione. A lei non passa neanche per la testa che una delle componenti fondamentali del berlusconismo è il radicato sentimento antipolitico che alberga nel cuore degli italiani, che ha origine nel modo distorto nel quale si è realizzata l’unità nazionale e l’affermazione del liberalismo. Sentimento che Giolitti pensava di risolvere con l’estensione del suffragio universale, Mussolini (dopo averlo utilizzato) con la retorica patriottica-nazionalista, la DC e il PCI con i corporativismi e il clientelismo di massa. Sentimento che sarà possibile estirpare dall’animo degli italiani quando i diritti della costituzione del 48 diverranno pratica effettiva.
 Lei si sente membro di una élite intellettuale e con i suoi schemini antichi di sociologia politica crede di poter svelare gli arcani del potere ai poveri sempliciotti sprovveduti, sinistroidi e non.
 La sua è una visione della società che respingo nella maniera più netta.


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