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Io non festeggio i 150 anni

Di (---.---.---.51) 18 febbraio 2011 11:19

Bravo Paolo tu che sei paziente e gentile spiegagliela tutta e bene la storia di questo pezzetto di territorio del continente euroasiatico che ha la buffa forma di uno stivale. Cosa saremmo oggi senza l’unità? la risposta è semplice basta guardare staterelli come la Grecia o il Portogallo. E no! pensano i leghisti di destra e di sinistra noi del nord saremmo stati come l’Olanda! già ma da dove sarebbero uscite le risorse finanziarie per concentrare investimenti e realizzare infrastrutture nel Nord-Ovest (un tempo si chiamava il triangolo industriale: Milano Torino Genova) senza l’unità? chi ha pagato i costi del decollo industriale italiano avvenuto nel ventennio 1890/1910. Senza il contributo del Veneto, del centro Italia del sud e delle isole, i vari staterelli della penisola sarebbero rimasti a lungo fuori dai processi di modernizzazione industriale europei, tutti, proprio come Grecia e Portogallo, per non parlare dei Balcani. Ma queste cose le può capire chi ha letto qualche manuale di storia economica e non certo l’insubro canturrino, che sogna un mondo agro-pastorale e ritiene che nel nord Italia si poteva benissimo andare avanti con l’agricoltura e l’artigianato facendo a meno dell’industrializzazione.
Paolo cos’è che si può discutere con una persona che dice queste cose?
Un canturrino così può mai capire che nel 1400 il pezzetto di terra che ha la buffa forma di stivale era la parte più sviluppata e ricca del pianeta? che con il rinascimento aveva posto le basi della rivoluzione scientifica, che era giunto alle soglie della rivoluzione industriale, ma la sua disunità lo fece diventare preda di guerra di Francesi, Spagnoli, Austrieci eTedeschi, che ne determinarono la rovina, compresa la favolosa repubblica di Venezia? e che questo destino fu spezzato per fortuna 150 anni fa? Ancora una cosa Paolo, tu che sei tanto paziente: l’identità nazionale è qualcosa che ha a che fare con la personalità dei singoli. Ognuno di noi in quanto appartenente ad una specie fortemente sociale ha un profondo bisogno di riconoscersi in una collettività e una identità una volta formata (per quanto debole) se attaccata suscita reazioni inevitabilmente violente. E l’identità italiana esiste. Il tifo che si scatena intorno a quella specie di guerra simulata che è un campionato del mondo di calcio altro non è che un aspetto di essa . Uno degli aspetti negativi (e ce ne sono diversi) del fenomeno identitario è proprio la xenofobia, il diverso che entra in una gruppo umano ben definito mette in discussione i valori e i simboli di riferimento di quel gruppo, a quel punto o si adottano politiche mediative o si scivola nel razzismo. Riflettete leghisti su questo aspetto!
Infine, Paolo mi piacerebbe discutere con te, pacatamente, sul mancato contributo del Sud alla crescita di una coscienza civile unitaria, così ti invito a scrivere un articolo in proposito e io ti risponderò partendo dalla storia cotemporanea siciliana.


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