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Rappresentanza sindacale, perché Fiat non è un modello

Di pv21 (---.---.---.109) 4 gennaio 2011 12:33

Elisir in salsa canadese.
Incassati i profitti della rottamazione 2009 Marchionne pensò: “Se credono alle promesse del Cavaliere crederanno anche ad un miraggio chiamato Fabbrica Italia”.
Ed il filosofo, convertito commercialista, fece la sua offerta.

Una “carota” da 20 miliardi di euro. Entro il 2014, promise, saranno 1,4 milioni all’anno le vetture prodotte in Italia. Sarà una cascata di modelli nuovi e di “refresh”. Cosa chiedeva in cambio? Solo di aver garantita più flessibilità nel lavoro e nella gestione degli impianti.

Sono passati 10 mesi. Marchionne ha dettato e sta imponendo le sue regole per il taglio dei costi da lavoro. Alla Fiat non difetta il ricorso alla Cig.
I giornalisti notano che per i prossimi 2 anni ci sono solo 1,7 miliardi di investimento. Marchionne ribatte stizzito: “Andate voi ed i sindacati in giro a raccogliere i finanziamenti”.
In tempi di crisi la politica industriale non risparmia sugli accenti da Dossier Arroganza


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