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L’obbedienza non è più una virtù: Antigone

Di Alessandro De Caro (---.---.---.26) 12 dicembre 2010 11:28
Alessandro De Caro

Scrivere di Antigone come se fosse un’appendice della coscienza cristiana è quantomeno riduttivo e direi tendenzioso- anche se non è "sbagliato", anzi è un diritto- se consideriamo che l’eredità greca è stata raccolta da un’ampia parte della cultura occidentale, per esempio da Brecht, Hegel, Kierkegaard, Honderlin, Heidegger, Bultmann e una larghissima fetta del pensiero femminista tra i quali Maria Zambrano, Irigaray, Adriana Cavarero, Judith Butler, etc. Non sono figure che rientrano in una nozione qualsiasi di "creatività" etichettabile, mi sembra, tanto meno nei termini cari all’attuale revival ecclesiastico-speculativo così ben rappresentato dai nipotini di Enzo Bianchi. Ma da noi, si sa, si fa pensa volentieri per opposizioni binarie (tra Marx e la Curia, all’incirca), con esiti spesso deludenti, soprattutto per le nuove generazioni. Per chi fosse interessato ad approfondire la figura di Antigone dal punto di vista politico e filosofico, senza ingerenze di sorta, consiglierei il libro antologico curato da Pietro Montani qualche anno fa per Donzelli, Antigone e la filosofia.


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