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Lodo Alfano retroattivo: il testo

Di (---.---.---.13) 24 ottobre 2010 14:07

Eccomi, provo a risponderti.
Non contesto, giustamente, la leggittimità del disegno di legge. Abbiamo la costituzione come riferimento, e una legge costituzionale penso sia necessariamente leggittima. Ovviamente potrei sbagliarmi, non essendo un giurista. La leggittimità, però, non esclude che sia un provvedimento ingiusto e lesivo degli equilibri tra i poteri dello stato.

Anzitutto ingiusto. La Corte Costituzionale ha sancito che il Lodo Alfano era in contrasto con l’art.3: l’uguaglianza dei cittadini davanti alla legge. Ora, una legge costituzionale non sarebbe incostituzionale, ovviamente, ma continuerebbe ad essere sostanzialmente una disuguaglianza dei cittadini davanti alla legge, anche se finalmente sancita dalla costituzione. Questo non sarebbe né illeggittimo, né incostituzionale, ma profondamente ingiusto.

Gli equilibri tra i poteri dello stato, a mio avviso, sono garanzia di vera democrazia e libertà, e la Costituzione, com’è ora, è stata molto efficace nel tutelare questi equilibri, oltre ad averli sanciti. Come ha fatto notare recentemente Napolitano, questo DDL renderebbe il Presidente della Repubblica sottoposto alle decisioni del Parlamento, quando invece è molto opportuno che mantenga una netta indipendenza dagli altri poteri dello stato. Il Presidente, non dimentichiamolo, è colui che nomina il Presidente del Consiglio e tutti gli altri ministri: un’interferenza del Parlamento non sarebbe ammissibile in una democrazia sana.

Altro squilibrio sarebbe l’introduzione di una immunità per una carica non eletta dal popolo. Il popolo elegge il Parlamento, e questo è l’unico organo leggittimato ad avere un’immuità correttamente intesa. Non dimentichiamo che la nostra è una Repubblica parlamentare: il popolo esprime la sua sovranità nell’elezione del Parlamento. Il Governo, ed il Presidente del Consiglio dei Ministri in esso, non sono eletti dal popolo. Questo organo di potere riceve la leggittimità ad operare solo dal Parlamento, (e non dal popolo) e può essere leggittimamente sfiduciato quando il Parlamento vuole. Oggi è così, e questo stato di cose va rispettato.

Se domani si vorrà trasformare l’Italia in una Repubblica presidenziale, sarebbe diverso. Ma io non lo auspico.


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