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Torino le degenerazioni del razzismo anti-romeno : il caso Munteanu

Di Sergio Bagnoli (---.---.---.250) 13 settembre 2010 10:24

Ho notato che commentando il mio articolo certi Signori o fanno del
vittimismo ( Edrus) o negano il carattere razzista del gesto offensivo della
memoria del povero adolescente Monteanu ( Zanon). Già di per se il cognome
ZANON TRADISCE CERTE ORIGINI, AFFONDATE NELLA PIù RAZZISTA TRA LE TERRE
ITALIANE. A bollare come razzisti certi messaggi anonimi ( I VIGLIACCHI NON SI
FIRMANO MAI!) non sono stato solo io ma anche i giornalisti di due quotidiani
politicamente simpatizzanti per due schieramenti opposti e cioè Repubblica (
Centro- sinistra) e TorinoCronaca ( Centrodestra). Sbagliamo forse tutti e tre?
Noto poi che, sempre nel commento di Zanon, Montaneanu è diventato da romeno
che era un Rom. Dunque, I ROMENI SONO ORA
DIVENTATI TUTTI ROM E QUESTA PERICOLOSA EQUAZIONE è STATA PUBBLICATA SUL SITO. E’ MOLTO SCORRETTO. Siamo alla vigilia probabilmente di una nuova
campagna romenofobica proprio nel momento in cui invece certi problemi
potrebbero benissimo essere, con pacatezza unita al giusto rigore, affrontati
in sede europea. Agli amici albanesi vorrei solamente dire che attualmente
l’Albania come gli altri paesi dei Balcani occidentali si trova in uno stato di
maggior arretratezza rispetto alle Nazioni che tra il 2004 ed il 2007 sono
entrate nell’Unione europea. Ciò però non vuol dire che gli albanesi non 
entreranno mai nell’Unione. Credo che tra dieci anni pure Tirana ne farà parte.
Oggi non si possono precipitare i tempi. Bisogna prima sistemare all’interno
dell’Unione il grado di arretratezza di certi paesi tra cui proprio la
Romania. Gli Stati Uniti d’Europa sono un sogno nato alla fine della seconda
guerra mondiale. Ora che questo sogno può diventare realtà i sabotatori,
spingendo il piede sull’acceleratore della questione Rom e romena, cercano di
vanificarlo. E’ UNA GRAVE MINACCIA. Disinnescarlo vuol dire anche fare gli
interessi delle popolazioni dei Balcani occidentali. Altrimenti avremo nel sud-
est Europa un’area perennemente sottosviluppata che ci trascineremo dietro come
una palla al piede. Vogliamo che tra 150 anni Romania, Bulgaria e paesi vicini
continuino a rimanere nell’attuale stato di povertà e che l’Unione europea
tratti queste terre come l’Italia unita ha trattato il Mezzogiorno, ancora dopo
150 anni la zona sottosviluppata d’Italia?
 
Sergio Bagnoli


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