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La seconda morte

Di Chiara Lalli (---.---.---.148) 19 novembre 2008 11:15

Non entro nel merito delle tue opinioni, ma nel tuo pezzo ad essere sconfitta è una corretta informazione. Solo alcuni esempi.

1: "La scienza dovrebbe tentare di curare e non di uccidere": tutti noi ce lo auguriamo, ma a volte la prospettiva della cura si frantuma: che si fa? Ciò non equivale necessariamente ad "uccidere" (pensa a quanti si oppongono a terapie che salverebbero loro la vita, ma non se non le vogliono dobbiamo rispettare la loro decisione - ma li stiamo forse uccidendo?).

2. "Eluana si merita davvero di morire disidratata?": avresti dovuto almeno accennare al fatto che non si possa parlare di disitratazione senza dire che le sue condizioni cerebrali le impediscono di percepire e di rendersi conto (non uniamoci, per favore, a quegli ipocriti che gridano "la volete far morire di fame e di sete").

3. "fatta in questo modo è eutanasia": nel caso di Eluana è sospensione di trattamento, meglio essere più precisi nelle definizioni e nei termini. Inoltre non si è legalizzato nulla, la vicenda di Eluana Englaro è singola ed unica. Non siamo in un Paese di Common Law, mi sembra.

 

Su un punto hai ragione: la volontà di Eluana Englaro è l’unico aspetto fondamentale ed è l’unico punto controverso - non potendo chiederle oggi di esprimerla.

Però è stata meticolosamente ricostruita, e dal momento che quella volontà non può esprimerla perchè non ce l’ha più una volontà, forse è più corretto seguire la sua passata che far decidere ad altri - altri che non ci hanno mai parlato, che non la conoscevano e che non sanno nulla del suo carattere.

Ultima considerazione: sono in molti a chiamare in causa miracoli e presunti risvegli, ma dimenticano di descrivere le conseguenze non solo del gravissimo danno cerebrale di Eluana, ma della sua immobilità durata oltre 16 anni. E a sottolineare che il permanere dello stato vegetativo permanente e persistente diminuisce giorno per giorno, mese per mese, anno per anno, le speranze che qualcosa possa cambiare.


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