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Le agende rosse siano apartitiche. Rompere l’abbraccio con Idv

Di Federico Pignalberi (---.---.---.1) 23 dicembre 2009 16:38

Sono pienamente d’accordo. Salvatore Borsellino è un uomo onesto e coraggioso. Un esempio da imitare. Ma non può essere il garante della pulizia di un partito.

Forse è normale un suo rapporto privilegiato con l’IdV, che è stato finora l’unico partito a sposare la sua causa. Sarebbe auspicabile anche l’avvicinamento di qualsiasi esponente politico o partito, purché presentabile e credibile, che possa sostenere con coerenza il movimento delle agende rosse. Ma l’IdV non se lo può permettere. Ho conosciuto di persona, per caso, alcuni politicanti locali dell’IdV e posso garantirlo personalemente. L’IdV non se lo potrà permettere almeno fino a quando non inizierà a fare pulizia al suo interno e a selezionare con attenzione i suoi dirigenti e i suoi candidati.

Quando Micromega pubblicò quel saggio sul marciume che infesta il partito, Di Pietro si precipitò a pretendere di pubblicare una lettera "di almeno 20 pagine" nel numero successivo della rivista. Oggi quel numero è in edicola, e della lettera di Di Pietro non c’è traccia.

E’ anche vero, però, che senza IdV il movimento delle agende rosse sarebbe molto meno conosciuto e seguito. Anche se in borghese e senza bandiere, la maggioranza dei partecipanti alla marcia delle agende rosse a Roma di questo settembre erano militanti IdV. Salvatore Borsellino non può permettersi di perderli. Dovrebbero, loro, iniziare a pretendere un partito pulito: neanche Di Pietro può permettersi di perderli.


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