ottimo articolo!.
Invio questa
mia riflessione, forse un po’ datata, fatta dopo che, tra i tanti premi
che in pochissimo tempo a vinto, viene fuori anche la menzione del
Time, la rivista nordamericana che la inserisce tra i 100 giovani più
influenti del pianeta.
Visto il
risalto che il mondo mediatico internazionale ha voluto dare a questa
blogger cubana, tra premi e propaganda, alla fine mi sono convinto a
dare un’occhiata e provando anche ad intervenire.
Il
carattere della facile polemica popolare dei suoi post si scontra con
la realtà dei fatti: iresde a criticare tutto, il piano energetico o i controlli
contro la microdelinquenza ai mercati, la nostalgia per i vecchi
frigoriferi russi dopo averli cambiati con quelli cinesi a basso consumo, insomma qualsiasi cosa che punti sempre a mettere in cattiva luce le scelte
governative, siano esse positive o no per il paese.
Ho contato 17 bandierine, alcune molto rare, neanche fossimo alla Comunità Europea. Le
traduzioni sarebbero volontarie, magari con qualche personaggio che con una semplice traduzione,
spera di essere notato e vivere di riflesso della sua popolarità.
Solo
ultimamente si nota che i suoi nuovi articoli a volte fanno
riferimento alle risposte di quelli vecchi, probabilmente non gli
importa molto delle reazioni ai suoi articoli, forse non sempre ne
conosce i contenuti e poi si sà, alla fine sono solo i numeri quelli che contano.
È
vero, appaiono alti e questo favorisce il fatto che venga indicata tra le
più “influenti” nella categoria giovani dal TIME.
Certo
il numero sale facile se ti promuovono come una “dea della
resistenza” su Time, el Pais, La Repubblica, il Corriere della sera
e via dicendo nei grandi mezzi di comunicazione di mezzo mondo... è
inevitabile avere migliaia di visitatori da ogni angolo del pianeta…
però credo che in realtà siano un numero miserevole rispetto alle forze messe
in campo.
Ho
provato ad analizzare la sua “influenza” attraverso i commenti di
un paio di articoli e ho notato che, superata la prima decina, il
resto sviano su tutti gli argomenti possibili, basta che siano contro
Fidel e la Rivoluzione. Su una media di 1000 commenti, intervengono
non più di 60-70 persone, con alcuni che dialogano a lungo tra loro. Quasi tutti sono cubani o di oriigine cubana, residenti all’estero, molti scappati nel ‘59 con le
loro nostalgie da ex padroni del vapore, e poi tanti “marielitos”
con i loro pregiudizi e stereotipi di chi non è più tornato
sull’isola. Ci sono un po’ di “balseros” e altri “fuggiti”
attraverso matrimoni o inviti turistici, che si sritrovano su questo sito per scambiarsi informazioni
su come vivere all’estero o peri ricordarsi tra loro i luoghi della loro
infanzia.
Chi
cerca di portare un contributo positivo, cubano o straniero che sia,
viene subito accusato di far parte delle “brigata cibernetica di
intervento rapido” o almeno di essere un “Troll” al servizio
del regime.
Intervengono
anche un po’ di benestanti latinoamericani che temono la
“cubanizzazione” del continente e cercano conforto alle loro
paure, infine, cosa normale, è sempre presente l’odio dell’internazionale
anticomunista.
Ripeto,
superata la prima decina il resto dei commenti sviano su tutt’altri
argomenti, notando anche che i numeri dei commenti agli articoli
salgono proporzionalmente al tempo che impiega ad uscirne uno nuovo.
Se
questo è "influenzare" possiamo stare tranquilli, la
gioventù cubana è al sicuro.