per vostra utilità vi roporto un mio precedente commento su questo argomento:
La concorrenza vera, quella che riduce veramente le tariffe, in
questi settori caratterizzati da monopoli naturali importanti, si fa a
monte della filiera, ma qui nell’acqua la vedo dura (di potenza istallata se ne può costruire per l’elettrico, ad esempio, ma i bacini sono quelli e non si può fare molto..).
qui si sta
parlando di competizione per il mercato e non nel mercato, pertanto,
una volta essegnate le licenze, i driver di efficienza e perdite di rete andremmo monitorati
attentamente (a tal proposito non è stato ancora decretato nulla di
concreto a livello di istutuzione di Authority preposta..compiti,
parametri di regolamentazione, etc) altrimenti il vantaggio di una
minor tariffa rischia di derivare da una minor qualità ed una perdita
di risorse per la collettività che si protrae per anni..
personalmente sono un convinto sostenitore delle
liberalizzazioni, ma sotto la ovvia condizione che siano basate su
regolamentazioni sensate che impongano performance tali da giustificare
il paradigma: non si può liberalizzare senza un vantaggio. l’acquedotto
pugliese perde il 50% dell’acqua immessa? benissimo allora nella fase
di distribuzione questo non deve più accadare, altrimenti tanto valeva
lasciare le cose come stavano.
un azienda "vituosa" in fase di distribuzione, data una tariffa, è
quella che ottimizza i costi operativi e tra questi deve esserci anche
un costo legato all’efficiente(o meno) gestione della rete idrica. Non
puoi aggiudicarti localmente un servizio strategico di questa portata
solo perchè ottimizzi i costi funzionionali/organizzativi perchè questi
ultimi portano solo un vantaggio di costo aziendale e non
necessariamente sociale.
nessuno parla di "proprietà dell’acqua" ma di "gestione", ma l’acqua
è acqua..e quando è persa c’è poco da fare per recuperarla rapidamente.
quindi assicuriamoci che il merito economico dopo le aste pubbliche sia
legato al gestire bene.
ps: ricordiamoci che l’iniziativa di liberalizzare la gestione del servizio idrico è un iniziativa del governo italiano, e non una codizione imposta dall’UE: anche perchè l’UE sa benissimo che una concorrenza che porti benefici in questo settore è poco praticabile..è la regolamentazione che deve imporsi, quindi la politca, sia che il soggetto sia privato sia che sia pubblico.