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Come mettersi contro Berlusconiani e Anti-Berlusconiani con un solo articolo

Di Federico Pignalberi (---.---.---.82) 17 novembre 2009 23:01

Caro Francesco,
sono convinto anch’io che Berlusconi non sia il male assoluto, né tantomeno il peggiore, dell’Italia di oggi. Ti chiedi, giustamente, se a forza di parlare di Berlusconi non si perdano di vista i problemi e le speranze delle persone. Se non ci si distragga dai cancri veri del nostro Paese, che, semplificando, hai sintetizzato in tre parole, clientelismo e criminalità organizzata.

Sicuramente è vero. Berlusconi è riuscito, per quindici anni, a dettare l’agenda della sua opposizione che, troppo spesso, si è limitata ad inseguire. La tua analisi si basa sul riscontro, incontestabile, di un’Italia divisa in due “fazioni”. Berlusconiani, antiberlusconiani. Guelfi e ghibellini, li chiami.

Scrivi che manifestare è sempre giusto, ma esprimi perplessità, che nel merito non condivido, sul No-Berlusconi Day che correrebbe il rischio di ridursi “all’ennesimo attacco alla persona e non alle scelte politiche”. Senza dubbio. Le scelte politiche di Berlusconi non prescindono dalla sua persona e dalle sue vicende personali, ma ne sono la diretta conseguenza.

Fai l’esempio delle escort che, converrai con me, rappresentano uno degli scandali relativamente di minore pericolosità e rilevanza fra quelli che lo hanno investito. Se ne è parlato troppo, è vero. Eppure anche queste vicende hanno influito su questioni politiche di non secondaria importanza. Personalmente ne ho scritto soltanto tre volte. L’ultima volta, quando Repubblica iniziò ad insistere con le domande su Noemi e le euroveline, per chiedere che si parlasse anche di altro (il sostegno elettorale di Cosa nostra a Dell’Utri alle europee del ’99). Ancora prima, quando per minacciare i magistrati romani che dovevano decidere sul caso Saccà disse “se viene fuori una mia telefonata di un certo tipo cambio Paese”, per ricordare delle sue telefonate, che sembrava dovessero uscire a breve, con Mara Carfagna.

Il ministro Carfagna (emblema degli scandali femminili del premier) non è, ad esempio, un problema concreto per la politica italiana? Dovrebbe tutelare i diritti di donne, gay, immigrati, disabili. Invece è conosciuta per essere, oltre che presunta amante di Berlusconi da tempi insospettabili, calendarista e ballerina seminuda. È capace, una donna che ha fatto carriera con gli strumenti più maschilisti, di difendere il valore delle donne di merito dalla mercificazione del corpo e dalle protezioni clientelari? E così le altre euroveline, tanto preparate quanto poco inclini a vestirsi, o una prostituta avrebbero potuto, se candidate (non lo furono grazie alla lettera di Veronica), contribuire al progresso della società come altri candidati di valore quali, ad esempio, Luigi De Magistris o Rosaria Capacchione?

E ancora, sono trascurabili la sua congenita avversità alla contribuzione fiscale e la sua propensione ai reati finanziari che hanno portato a varare una legge che, favorendo gli evasori e le mafie, soffoca nelle imposte i cittadini onesti e quanti, anche volendo, non possono sottrarsi alle proprie trattenute? E le sue relazioni, più o meno dirette, con esponenti della criminalità organizzata o con loro alleati? E la sua “peculiare vulnerabilità giudiziaria” (come la ha definita Galli Della Loggia sul Corriere della Sera) che lo ha portato a ideare una legge che garantirà, di fatto, l’impunità perpetua ai colletti bianchi, principali protagonisti del cancro italiano? E, in sostanza, i suoi numerosi e smisurati conflitti di interrese?

Sulla sinistra non mi esprimo, perché dovremmo chiarire prima chi è oggi la sinistra in Italia. Un’osservazione alla tua analisi, però, mi viene spontanea. Sembri confondere, se non leggo male, lo “schieramento antiberlusconiano” con la sinistra. O, meglio, attribuisci agli “antiberlusconiani” una connotazione politica unicamente di sinistra. Non penso che sia vero. Sono convinto che esista un elettorato di destra profondamente scettico e refrattario all’operato, e quindi, alla persona, di Berlusconi. Un fronte sicuramente minoritario, ma che merita di non essere trascurato.

Sostieni che la sinistra “parli alla pancia” delle persone. Non sarebbe un bene, ma non ci credo. Parlare alla pancia del popolo funziona, Berlusconi lo ha dimostrato. Se la sinistra (se per sinistra intendiamo Pd e Sinistra e Libertà) ne fosse capace, dubito che perderebbe tanti consensi ad un ritmo così irrefrenabile.

Gli italiani votano Berlusconi perché ha creato in loro, prima del sogno, il bisogno di sognare. Mentre la realtà, già poco attraente, viene resa sempre più drammatica e nauseante. Gli elettori sono stati plasmati a sua immagine e somiglianza. Non solo i suoi,ma, più in generale, il popolo. Aveva ragione Gaber a dire “non temo Berlusconi in sé, ma Berlusconi in me”. AgoraVox serve a proteggersi e a proteggere. A restituire un senso alla realtà. La verità è l’unico antitodo possibile all’illusione del sogno berlusconiano.


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