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La generazione disoccupata

Di Luigi Coppola (---.---.---.84) 9 novembre 2009 22:42
Luigi Coppola

Quando leggo articoli di questo tono di riflesso immediato mi torna in mente l’ultimo Edoardo che appena ritirato l’ennesimo premio (a Taormina mi pare..) negli ultimi giorni della sua vita gridava ai giovani napoletani il suo disperato "Fuitivenne"....Erano anni poco "sospetti" e forse alcuni di voi non erano ancora nati. In ogni caso non era l’orlo del baratro del 1992 ne l’abbissale oblio dei nostri giorni.
Qualcuno vorrebbe dire che Edoardo non abbia lottato, quando lontano dalla sua Napoli. Nel caso, qualcuno cominci a studiarlo Edoardo, o lo facciano i grandi intellettuali anche napoletani che ancora oggi lo nominano per riempirsene la bocca. E’ ovvio che chi rimane e lotta per una vita civile, lo fa con grande sforzo e dignità. Non penso sia il caso scomodare sempre persone che hanno dato dignità al loro lavoro e putroppo per questo, hanno dovuto sacrificare la vita. Non tutti possiamo andare via e chi lo ha fatto non è ne un eroe ne un vigliacco. Sarebbe molto bello e opportuno al di la della retorica e della demagogia riuscire nei limiti dei propri sforzi a lavorare (quando esiste un lavoro...) o lottare per conquistarlo con il massimo della dignità e della lealtà, senza dover aver l’assillo di partire, restare e porsi il dilemma quotidiano della propria scelta. Nessuno di coloro che ha lasciato Napoli, penso, lo abbia fatto a cuor leggero, ma chi ancora resta non abbassi la testa e continui a sperare. 

Luigi Coppola 


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